Registro n. 16 precedente | 575 di 1825 | successivo

575. Francesco Sforza a Bartolomeo de Trovamalis dei Maestri delle entrate (1453 novembre 27 "apud Urceas Novas").

Francesco Sforza risponde a Bartolomeo de Trovamalis dei Maestri delle entrate che gli ha segnalata la pretesa dei dazieri di Piacenza di costringere i conducenti di vettovaglie in corte e in campo al pagamento sostenendo che tutto si ferma a Cremona. Il duca chiarisce che tale merce che si arresta a Cremona si ha modo di convertirla in uso del campo anche quando non si ha modo di farla arrivare fin là. Non devono, perciò, i dazieri frapporre ostacoli, perchè Cremona è "fondeghio delle victualie predicte" e lui vuole che "lì (...) ogniuno ne possa condure delle victualie liberamente et senza pagamento alcuno".

Bartholomeo de Trovamalis, ex Magistris intratarum nostrarum.
Perchè per una toa de dì 24 ne pare intendere che per li datierii de quella nostra cità de Piasenza fi facta difficultade a quelli che conducano delle victualie per uso della corte nostra et de questo nostro exercito cum volerli astringere a pagamento, dicendo che dicte victualie Ie conducano et vendano dentro da Cremona, et cetera. Acioché intendi sopra ciò la dechiaratione dela mente et voluntà nostra, te dicemo che, considerato li conductori delle victualie molte volte non hanno el modo de condurle in campo et in Cremona, non hanno el (a) tempo de stare a vendere dicte victualie ale gente nostre del campo, ma considerato che, conducendose lì in Cremona poi se convertano in uso del campo, che quando in Cremona non fossero delle dicte victualie, non se ne (b) poderia havere per uso del campo, te dicemo che a nuy pare che per dicti datierii non sia facta inhibitione né impedimento alcuno ali conductori delle victualie predicte; et se dicti conductori non le conducessero in campo, ma in Crema, perchè intendemo che Cremona sia fundeghio delle victualie predicte, etiam se dicti conductori non le conducessero, et lì volemo che ogniuno ne possa condure delle victualie liberamente et senza pagamento alcuno, intendendo, però, de quelle cose et victualie tantum che verisimelmente se habiano convertire in uso del campo, et non altramente. Data ut supra.
Bonifacius.
Cichus.

(a) Segue modo depennato.
(b) ne in interlinea.