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595. Francesco Sforza a Bartolomeo Trovamala, dei maestri delle entrate (1453 dicembre 2 "apud Urceasnovas").

Francesco Sforza comanda a Bartolomeo Trovamala di non pretendere dai massari della Villa e del luogo di Vigolo Marchese di don Giovanni, cappellano ducale, più del dovuto per la tassa del sale e dell'imbottato del fieno. Ciò avvenne perchè, per più dì, alcuni di Castell'Arquato s'erano, per le loro gravezze, portati nella detta Villa Revera, ma ritornarono poi a Castell'Arquato.

Bartholomeo Trovamale ex Magistris intratarum.
Die suprascripto.
El venerabile nostro capellano don Iohanne s'è doluto con nuy che voliti molestare et molestati li soy massari della villa et luogho de Viguli de Marchesii, pertinente alla sua prepositura, per casone dela taxa sua del salle et anche per certo imbotato de feno, zoè che li gravati et voliti gravare ad più somma et quantità che non poria, né può portare la sua facultate et extimo dele boche che sono in la dicta Villa Revera, et questo socto pretesto et colore de alcuni da Castelarquà, che, più dì, per le gravezze loro s'erano riducti in la dicta Villa, et che poy sono ritornati pur ad abitare ad Castelarquà da che havemo concesso via in dicto luoco. Pertanto volemo che voy debiati in ciò havere tale et cossì bona advertentia che dicti massari et homini del dicto luogho non siano gravati fuora del dovere, et a quello che non possa portare la loro facultà et possibilità segondo el numero de bocche che gli sonno, per modo che con ragione non se possa lamentare. Data ut supra.