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619. Francesco Sforza a Luchina dal Verme (1453 dicembre 5 "apud Urceasnovas").

Francesco Sforza fa presente a Donna Luchina dal Verme che, contrariamente al suo parere, vuole che l'ebreo Angelo e gli altri suoi correligionari vadano a Piacenza e si intendano con gli ebrei Bonomo e Israel. La sollecita a non impicciarsi nel suo fatto e lasci che facciano come fanno gli altri ebrei in conformitą all'accordo avuto con loro.

(a) Magnifice domine Luchine de Verme.
Havemo recevuto vostra lettera et inteso quanto ne scrive circha'l facto de Angelo ebreo et quelli altri suoi ebrei, quali la magnificentia vostra dice che non gli pare che debbiano andare ad Piasenza, como sonno da nuy rechiesti, et cetera. Dicemo che la magnificentia vostra voglia fare per ogni modo che vadino, recevuta questa, ad Piasenza, dove se habbiano intendere con Bonomo et Israel, ebrei Iģ in Piasenza, como sonno remasti d'acordio con Ii altri ebrei delIa provincia nostra de Lombardia; et non voglia la magnificentia vostra interturbare el facto nostro, et voglia che fazino quello che fanno Ii altri ebrei, et maxime como havemo dicto, siando rimasto d'acordio con li altri de volere fare quello fanno Ii altri, chč, non venendo loro, disturbariano el facto nostro, quaIe semo certi che voresti pił tosto acconciare che guastare. Et questo non vole manchare, che como havemo dicto saria uno guastare el facto nostro, et ala magnificentia vostra non saria utile alcuno, nģ anche gli fa preiuditio alcuno. Data ut supra.
Ser Iohannes.
Cichus.

(a) Precede Evangeliste Savelli depennato.