Registro n. 16 precedente | 631 di 1825 | successivo

631. Francesco Sforza al podestà di Fiorenzuola (1453 dicembre 7 "apud Varolas Alghixas").

Francesco Sforza dice al podestà di Fiorenzuola di apprezzare il sequestro fatto all'osteria di un mulo e di tre cavalli portati lì dai due saccomanni che dicono essere con il fratello di Colella da Napoli. Sloggiatili dall'osteria li metterà in un altro posto provvedendoli di fieno, a carico dei locali, e di biada a spese del duca.Le bestie le terrà lì fino a nuovo ordine e se gli sarà detto di rendere le bestie senza menzionare la spesa, porrà la biada a carico di colui cui le restituirà

Potestati Florenzole.
Per la toa de dì iii del presente havemo inteso quanto tu ne scrive delli cavalli tre et uno mulo hay facto sequestrare sopra l'hostaria, quali quelIi duy saccomani, che, dicemo, si asc(ri)vano con lo fratello de Colella da Napoli hanno menato in quella terra; ala quale respondendo, dicemo hay facto bene et te ne commendiamo, li quali volemo subito, ala receputa de questa, fazi levare dala dicta hostaria et metterli in altro locho e faray provedere de feno et biava in modo che stiano bene, la quale biada pagaremo nuy. Ma il feno te lo faray dare dali homini de quella terra como meglio te parirà, et dicti cavali et mulo teneray lì finché te avisaremo per nostre lettere de quanto ne haveray ad fare; et si nuy te scrivessemo che tu devesti rendere dicti cavali et mulo, et che non facessemo mentione della spexa, intendemo che quello al quale li restitueray paga (a) omnino dicta biava. Data ut supra.
Ser Iacobus.
Cichus.

(a) In A pagano con no depennato.