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649. Francesco Sforza al podestà della Somaglia (1453 dicembre 12 "apud Marchariam").

Francesco Sforza, dice al podestà della Somaglia di aver saputo che lì tal Parmense o Pergamino della Somaglia ha due "tace" d'argento di venti once, avute dal famiglio ducale Serviliano per sei lire. Siccome dette "tace" sono sue, comanda al podestà che convochi presso di lui il possessore di tali "tace" e le dia, in suo nome, a Giusto de Rebugo purchè paghi le dette sei lire. Qualora non le avesse il suddetto, procuri di ritrovarle, perchè di certo sa che sono lì.

Bartholomeo de Somalia, potestati ibidem.
Sentimo che Iì è uno Parmesano, overo Pergamino dala Somalia, quale ha doe tace de argento de vinte onze in pegno, che forono de Serviliano, nostro fameglio, per lire vi de imperiali. Et perchè Ie dicte tace veneno ad esser nostre, volemo, et così ve comandiamo che habiati da vuy quello tale che ha Ie dicte tace et fate che per ogni modo Ii diano ad Iusto de Rabugo, presente portatore, in nostro nome, perchè luy gli pagarà dicte sey libre; et questo fati che non manchi per quanto havete ad caro la gratia nostra. Et caso che non I'havesse luy, nuy sapimo che de certo sonno Ii; procurate per ogni via de retrovarle et darle al dicto Iusto, como havemo dicto; et in questo non fate exceptione alcuna, perchè haveressemo molestissimo. Data ut supra.
Iohannes Antonius.
Cichus.