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652. Francesco Sforza al podestà di Castell'Arquato 1453 dicembre 14 "apud Marchariam").

Francesco Sforza scrive al podestà di Castell'Arquato che gli uomini di Gottolengo sono stati ancora da lui lamentandosi in particolare di Pietro Raymondi e Antonio Ermano, suo compagno, tesorieri di quella comunità, come di quelli che diedero garanzia per il comune. Il duca vuole che il podestà ordini ai due tesorieri e a tre di quelli che prestarono "segurtà" e cioè Pietro Comaleto, Giacomo Guarisco e Giovanni Segalino che subito si portino da lui.

Potestati Castriarquate.
Dopo che heri te scripsemo ad instantia de Petro Raymondo, habitatore de quella terra, per quelli dinari delle taxe de cavalli, et cetera, sonno stati qua da nuy Ii homini del comune de Gottolengo per questa casone, Ii quali se gravano et doleno molto de quella comunità, et in specialità del dicto Petro et de Antonio Hermano, suo compagno, thexaureri d'essa comunità et item de quelli che foreno segurtà per el comune, in effecto che mai non gli è stato observato cosa che gli sia stata promettuta, anzi sonno stati tale facti et frustati de spese, et cetera. Il perché, deliberando nuy de intendere questa cosa, volemo, et per la presente te comettemo che, [ 170v] non obstante dicte lettere, debbi commandare per nostra parte aIi predicti duy thexaureri et ad tri de quelli che foreno segurtà, cioe Petro Cornaleto, Iacomo Guarisco et Iohanne Segalino che subito e senza demora alcuna debbiano venire da nuy; e cosi faray che vegnino per ogni modo, et non sia fallo. Data ut supra.
Christoforus.
Cichus.