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661. Francesco Sforza a Bartolomeo Colleoni (1453 dicembre 15 "apud Marchariam").

Francesco Sforza prende atto dell'arrivo del Colleoni a Urgnano e della sua speranza per la valle di San Martino. Il duca li esorta a stare più uniti possibile e di cercare in ogni modo di avere Valle San Martino, Bripio e la rocca di Baie, informandolo di quanto avverrà. Ha scritto a Sagramoro di andarsene da Val Trescura e fermarsi negli alloggiamenti assegnati a lui e alla sua gente. Assicura che scriveràal Consiglio segreto per provvedimenti di biade per le genti d'arme nel Bergamasco e lo solleciteràanche a fornire segale e miglio per quelli di Valle Calepio, con l'avvertenza, però, di non affamare di qua per "diffamare" di là

Magnifico Bartholomeo Coliono.
Havemo recevuto vostra lettera de dì XII del presente et inteso quanto scriveti del vostro essere gionto ad Urgniano et che sperati bene dela valle de San Martino, et cetera.
Dicemo che ne pare che ve debbiati sforzare più che possiti ad allogiarve con li vostri tutti più strecti et più uniti et da presso che sia possibile, perchè ve ne posseti in ogni caso valere meglio che allogiando sparti; et vogliati con dilligentia attendere ad havere Valle San Martin et Bripio et la Rocha de Baie et ad fare quello sapereti et sarà expediente per lo acquisto de quelli lochi dellà, avisandone ala giornata de quanto seguireti.
Ala parte che meser Segramoro sia andato in Val Trescura, dicemo che ne maravigliamo, et non è nostra intentione, anzi è nostra intentione che vadda et stia alli logiamenti Ii havemo facti deputare; et cossì li scrivemo per la alligata che debbia fare in opportuna forma quele gli mandareti.
[ 173r] Ala parte de fare provedimento ad quelli luochi de Bergamasca et biavne et cussì per Ie genti d'arme, et cetera, dicemo che nuy scrivemo per la alligata al Consiglio nostro che faza opportuno provedimento de biade per quelIe gente nostre che sonno in quelle parte; et cussì ancora scrivemo che vogliano fare provedimento de qualche segale et migli per Valle Calleppio. Ben ve dicemo che è necessario havere bona advertencia de non affamare di qua per diffamare dellà; sichè circa ciò ne scrivemo alIi dicti nostri del Consiglio in opportuna forma, con Ii quali ve poriti intendere con mezo de qualche vostro mandato perchè se provederà perhò ad quilli luochi che ne hanno magiore bisogno. Data ut supra.
Ser Iohannes.
Cichus.