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663. Francesco Sforza agli oratori fiorentini 1453 dicembre 15 "apud Marchariam".

Francesco Sforza scrive agli oratori fiorentini di aver avuto notizie dall'arcivescovo de Aquis di quel che si parlò con lui per riferirlo a re Renato, che, a suo parere, è ostinato a volersene andare. Il duca crede che lo tratterrà l'onore suo e il bene della lega. Da Roma ha saputo che il papa tratta con gli ambasciatori della lega, degli aragonesi e dei veneziani, ma senza successo. Gli ambasciatori di re Renato hanno avuto a Firenze in contanti e a Milano con lettere di cambio ducati 15000.

[ 173v] Oratoribus Florentinis.
Questa sera haverno havuta la respuosta de monsignore l'arcevescovo d'Aquis de quanto con luy fo rasonato che dovesse referire ala mayestà del re Renato et in effecto la persona soa conclude che la dicta mayestà sta pur ostinata in quella fantasia de volere andarsene. Pur niente demancho credemo che per l'andata vostra là et per quanto haveriti dicto et operato, che dicta mayestà sarà remossa de tale proposito et fantasia et sarà in dispositione et essere de fare quello sia l'honore suo et bene stato et amplitudine della illustre Lega.
Da Fiorenza havemo havuto lettere per le quali restamo advisati che le cose de Fiorenza passano bene. Da Roma non havemo altro se non che la santità de nostro Signore sta in pratica et rasonamenti con li ambassatori et nostri et Ragonesi et Venetiani, et niente demancho non gli è substantia alcuna.
Ceterum havemo per dicte lettere da Fiorenza che li ambaxatori della mayestà del re Renato sonno stati bene veduti et accarezati et spazati dellà, alli quali sonno stati assignati ducati xv mila in contanti et per lettere de cambio ad Milano, et cosi retornano con la expeditione. Data ut supra, hora vii noctis.
Iohannes.
Cichus.