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665. Francesco Sforza a Re Renato (1453 dicembre 17 "apud Marchariam").

Francesco Sforza risponde a re Renato sia in merito a quello che lui gli ha scritto che a quanto gli ha anche fatto riferire dal suo scudiero Guilloto de Anglura circa la pubblicazione della sentenza riguardante il doge di Genova e Giovanni Filippo Fieschi. L'assicura di aver riflettuto per quattro giorni sullla sua "expeditione" prima dell'arrivo di Guilloto e aveva ordinata la sua "publica et autenticha forma all'uno e all'altro" e ai predetti manda i suoi messi Giacomo de Abià e Giovanni della Guardia con la sentenza, imponendo loro che non ritornino se non a sentenza "rata et ferma" dall'una e dall'altra parte e con la soluzione di ogni loro vertenza.

[ 174r] Serenissimo regi Renato.
Inteso quanto la serenissima vostra Mayestà me scrive, et me ha referto per parte de quella el spectabile Guilloto de Anglura, suo scudero, circha la publicatione delIa sententia per mi lata fra lo illustre duxe de Genova et domino Iohannefilippo del Fiesso inante che passi questo mese, dico che quatro dì continui sonno stato sopra de questa expeditione, inante che venesse el dicto Guilloto, et haveva ordinato la sententia in publica et autenticha forma al'uno et l'altro et mandarli, et così io mando, dali prefati duxe et Iohannifilippo, Iacomo de Abià et Iohanni dela Guardia, mei messi, con la sententia dicta al'uno et l'altro ad Ii quali ho imposto che non se partino da Iì per insino che l'una parte et l'altra habia rata et ferma dicta sententia, et sia exequito ad compimento et quietato ogni differentia fra loro. Data ut supra.
Cristoforus da Cambiago.
Cichus.