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679. Francesco Sforza ai conti Giovanni, Giovanni Galeazzo e Riccardo Anguissola (1453 dicembre 20 "apud Marchariam").

Francesco Sforza scrive ai conti Giovanni, Giovanni Galeazzo e Riccardo Anguissola di avere con dispiacere appreso della vertenza che hanno con Uberto, figlio di Riccardo Pallavicino, per il possesso di San Damiano facendo anche ricorso alle armi. Depongano dette armi, si portino da lui con le loro rivendicazioni, così come ha ordinato a Rolando, mentre il suo cancelliere Teseo da Spoleto assumerà, in nome del duca, il governo del luogo fino a che lui, duca, assegnerà il luogo a chi "haverà megliore raxone dal canto suo".

Spectabilibus militibus dilectissimis nostris comittibus Iohanni, domino Iohannigaleaz et Ricardo de Anguxolis.
Havemo inteso con grande despiacere la differentia fra vuy et Uberto, figliolo del magnifico Rolando Palavicino per cagione del loco de San Damiano et le novitade seguite dal canto del'uno et l'altro per dicta cagione, de che molto ne siamo maravigliati, maxime intendendo como voy de presente haveti preso Ie arme in mano contra el dicto loco; che quanto sia honesto esservi messi a simile [ 177v] acto senza nostra saputa, essendo nuy in loco dove aconzamente possevati mandare in uno dì et haveriamogli proveduto, lo lassiamo in iuditio vostro. Pertanto ve scrivemo et admonemo per questa che, recevuta questa, vuy debiate deponere le arme et non movervi ad fare novità alcuna contra dicto loco; ma pretendendove voy de havere raxone alcuna in dicto loco vedeti o mandati ad nuy con le raxone vostre, per che cosa havemo scripto ala parte adversa che vengono con le soe. Et per tolere via ogni differentia fino questa cosa sia cognosciuta scrivemo ad Theseo da Spoleto, nostro cancellero, quale in nome nostro tenerà dicto loco, al quale lo vogliate far consignare; ad questo non fate replicatione né contradictione alcuna, et farimolo poi consignare ad quella parte haverà megliore raxone dal canto suo. Data ut supra.
R(evisit) Fil(ipus).
Cichus.