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68. Francesco Sforza al podestà, al comune e agli uomini di Pontecurone 1453 agosto 13 "in castris apud Gaydum".

Francesco Sforza avverte il podestà, il comune e gli uomini di Pontecurone che, nonostante la commissione fatta per lettere al famiglio ducale Ludovico da Bologna e portate dal loro ambasciatore Scaboyno da Busseto, permane il loro dovere di pagare integramente la somma già assegnata al conestabile Graziolo da Vicenza. Li rassicura che userà per "li carichi futuri (...) clementia et humanità"

Potestati, communi et hominibus Pontiscuroni.
Dilecti nostri, non obsante la commissione facta per le nostre lettere a Ludovico da Bologna, nostro famiglio, mò novamente portate per Scaboyno da Busseto, vostro oratore, ve advisamo et chiaremo per questa nostra lettera che la intentione nostra fo et è che voy integramente debiate satisfare al pagamento de Gratiolo da Vicenza, nostro conestabile, per quella somma de denari che vuy restati debitori, secondo la taxa (a) deli cavalli a voy assignata et taxata per lo predicto Ludovico da Bologna, perchè intendemo che li denari ch'el dicto Gratiolo resta havere in Terdonese, tanto dala comunità de Terdona, quanto da voy et dali altri comuni, se debiano senza reserve, nè contradictione alcuna pagare tucti integramente, strengendovi et expressamente comandandovi per questa che non vogliati più per questa caxone mandare da nuy a far scusa, nì defesa alcuna, perchè non sarete exauditi, et deinde ne porresti tal punitione che ve ne pentireste. Semo ben contenti che in li carrichi futuri usarvi clementia et humanità, maxime secondo chiarirà esso Lodovico per la commissione a luy facta. Data ut supra, xiii augusti 1453.
Iohannes.

(a) la taxa in interlinea.