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69. Francesco Sforza a Ludovico da Bologna (1453 agosto 13 "in castris apud Gaydum").

Francesco Sforza nuovamente stimola Ludovico da Bologna a indurre coloro, che ancora vi sono tenuti, al pagamento di Graziolo da Vicenza in modo che, alla venuta di re Renato, Graziolo sia in grado di dare con gli altri quella dimostrazione di forza e potenza che consentirà di far uscire la gente ducale dalle gravezze "che patescono ogni zorno per caxone de questa guerra". Da ciò l'insistito suo comando a Ludovico di costringere tutti "quelli communi, homini et persone", che vi sono obbligati, non ignorando quelli del vescovato che ancora devono 500 lire, puntando su quei di Vighizzolo e, in particolare, su gli uomini di Pontecurone, riottosi ad assolvere i loro obblighi della tassa dei cavalli appigliandosi a ogni pretesto che ritardi o riduca l'assolvimento dei loro obblighi.

[ 21v] Ludovico de Bononia.
Ludovico, perché da Gratiolo da Vincenza havemo continuamente grave querele et lamente per lo spazamento che non pò conseguire, et cognescemo ha gran raxone, et ultra questo, ogni maltrattamento che gli fa (a) in questi soy pagamenti et ogni longheza da tempo che se li (b) mette torna in nostro grave damno et detrimento per non potere operare el predicto Gratiolo in li nostri bisogni, et maxime al presente in la venuta dela sacra mayestà del re Renato, et disponendo far a questa volta, con ogni nostro ingegno et possanza, far ultimum de potentia per vencere et ussire da questi affanni et levare li nostri popoli da tanti dispendii et graveze che patescono ogni zorno per caxone de questa guerra. Volemo, et per questa te comandiamo che tu astrenghi con ogni solicitudine, industria et executione reale et personale tucti quelli communi, homini et persone, quali restano debitori del dicto Gratiolo per le taxe, non reservando persona alcuna, et sopratucto quelli del vescovato, quali restano a dare le v cento libre quelli de Pontecurono et Vighezolo, quali intendemo sonno molto renitenti et usano molte cavillatione et subtili subterfugii per dilhactare et fugare el pagamento, recordandoti et advisandoti che per la commissione che novamente te havemo facta per una nostra lettera per li homini de Pontecuro, come in essa lettera se contene, non intendemo, nè volemo ch'el pagamento del dicto Gratiolo se retardi, nè gli sia facta diminutione et defalcatione per quello che specta ali dicti homini de Pontecurone, secondo la taxa de cavalli per te alloro assignata. Ma la dicta commissione in le cose et carrichi futuri, cura aduncha far per forma che nuy non habiamo più querela dal dicto Gratiolo, ma che intendiamo el sia pagato et contentato. Data ut supra.
Iohannes.

(a) che gli fa in interlinea.
(b) li in interlinea.