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701. Francesco Sforza a Bartolomeo Colleoni 1453 dicembre 29 Piacenza.

Francesco Sforza si congratula con il Colleoni che, nella sua andata a Lovere con Colella da Napoli, ha messo in fuga i nemici. Gli piace quel che ha scritto a Tiberto e ad altri perchè ritornino ai loro alloggiamenti. Può stare anche sette od otto giorni in Val Camonica assediando la rocca di Breno e le altre fortezze che "restino ad haverse" in modo che la valle sia pacificata e si impedisca il ritorno dei nemici. Cerchi di prendere le fortezze di Valle San Martino, la rocca di Baiedo e di Brivio. L'ufficiale che vi ha messo starà fino all'arrivo del capitano designato dal duca. Ricavi, purchè debitamente, danari da quelli che hanno chiamato i nemici per darli a quelle genti. Mantenuti sul posto i militari necessari in Valsassina e in Val San Martino per conquistare quelle fortezze, e non rimovendo genti d'arme da Soncino, Romanengo, Castelleone e Trivoli, gli pare opportuno che ordini tutti i fanti di qua dall'Oglio, i saccomanni, gli uomini d'arme e gli uomini di Valcamonica per dare una "spelizata" a quelli della Val Trompia per farli pentire della loro cavalcata.

Magnifico Bartholomeo Cogliono.
Respondendo ala vostra lettera ne scriveti del dì 26 del presente del'andata vostra con Colella ad Lovere et de quello havete seguito in caciare li inimici, quali se ne sonno fugiti et tornati indreto, ve dicemo ne piace grandemente et ve comendiamo et rengratiamo delIa diligentia haveti usata in questo facto; cosi ne piace quello havete scripto ad domino Thiberto et ad quelle altre gente che retornino et restino ali logiamenti soy. Ala parte del restare vostro Iì in Vallecamonica per tre o quatro di, et cetera, dicemo siamo contenti et parne gli stagati vii et octo stringendo la rocha di Breno et le altre forteze restino ad haverse dal canto dellà per modo che la Vallecamonica resta in pacifico stato et che li nimici non possano [ 185r] un'altra volta venire in la dicta Valle, como hanno facto adesso, ordinando però che tutavia se attendi ad tuore le forteze de Valle San Martino, la rocha de Bayedo et quela de Brivio; vuy sete sul facto al quale lassamo la cura et affano de questo facto. Sichè provedeti como ve pare che se habia la rocha de Breno, quella de Bayedo et quella de Brivio et quelle de Valle San Martino, provedendo ad tuto como siamo certissimi saperete ben fare. Del'officiale haveti posto nuy siamo contenti gli staghi fino venerà lo capitaneo quale havemo ordinato; così delli denari diceti voler cavare da quelli cativi hanno chiamato Ii nimici per dare ad quelle gente, vuy sete suI facto; lassiamove el caricho de provedere como ve pare, rendendone nuy certi che vuy non fareti cosa a alcuna persona dela quale debitamente se ne possano dolere; et così ve ne preghiamo et confortiamo. Ben ne pareria che per fare pentire quelli de Valtro(m)pia de questa cavalcata che, lassando ferme quelle gente ve paresseno necessarie in Valsasina et Val San Martino per tuore quelle forteze et non removendo le gente sonno ad Soncino, Romanengo, Castellione et Trivoli, vuy ordenasti tute le altre gente sonno de qua da Olio ad pede, li homini d'arme et sacomani et così più numero de homini fosse possibile de Valcamonica et Voltolina et ne daresti una spelizata ad essi de Valletro(m)pia; nientedemeno vuy sete sul facto. Provedete ad tuto como ve pare. Placentie, 29 decembris MCCCCLIII.
Cichus.