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720. Francesco Sforza al luogotenente di Lodi 1454 gennaio 3 "ex Marcharia".

Francesco Sforza esprime al luogotenente di Lodi la sua sorpresa per il mancato intervento di Gapare da Suessa nell' impedìre ai nemici di Crema di passare l'Adda per far danni. Ad evitare altre disavventure, il duca ordina che subito, senza curarsi dello stato delle colonne del ponte, di portar giù a Rivolta il porto, affidandolo a Gaspare in modo che, in simili contingenze, possa andare avanti e indietro "et provedere ali bisogni". Si stupisce dell'opinione di Gaspare e della comunità che il porto lì serve più per dannificare di là dell'Adda per lo strame che non per guardia. Bando alle chiacchiere, vuole che si effettui il trasferimento del porto e rinfaccia al luogotenente di non avergli provveduto di sua iniziativa. Boccia la richiesta luogotenenziale di due redeguardi, l'impegno luogotenenziale dev'essere di far vigilare tutti i possibili posti di valico dei nemici. Si accordi per ciò con Gaspare e con i Sanseverino, informandosi se detti fratelli si trovano a Pandino o dove si trovano e quando si sposteranno lì, e gli riferisca tutto. Non dà credito al suo dubbio del possibile passaggio di nemici a Spino, "perchè è dala longa". Nello stesso giorno si è scritto al conte Antonio Crivelli di sospendere la causa dell'omicidio del commissario fino all'arrivo del duca a Milano.

Locumtenenti Laude.
Respondendo ad le vostre lettere, date a XXX del passato per le quale ne avisavi del passare dellà d'Adda et del damno hanno facto l'inimici che sono in Crema, dicemo che questa loro novità ne è despiaciuta, et ne rencresce grandemente et ne maravigliamo pur assay che habiano facto questa cosa così tacita che non se habia possuto sapere et fargli qualche provisione per la via de Gasparro da Sessa, o per [ 192r] qualche altra via; donde nuy volemo che subito faciati condure in giù quello porto ad Rivolta et mandarlo al dicto Gasparro, aciochè, accadendo simile caso, l'habia la comodità de passare inante et indreto ad sua posta et provedere ali bisogni. Et questo fareti senza dimora, non guardando che quelle colone del ponte de Rivolta anchora non siano stroppate, perchè non ne faremo caso; però siamo informati che le sonno in secho et non è troppo necessario ad sterparle de presente. Et perchè vuy ne scriveti che Gasparro circha che questo porto sia conducto più per damnificare dellà da Adda per strame, et cetera, che per guardia veruna, nuy ne maravigliamo assay che ne scriveti simile cosa, et così quella comunità, perchè doveresti estimare che quando bene ne seguisse tale damnificazione di strame, che crediamo, però, che Gasparro se ne guardarà meglio e tenerli el porto che stare al periculo deli inimici per simili damni, che seriano senza comparitione maiore; sichè non guardati ad parole de coloro lì, nè ad specialità de veruno, quinimo mandateli subito el dicto porto; et questa provisione haveriamo creduto dovesti havere facta senza expectare commissione da nuy. Ala parte che ne recordati de far la spesa de duy redeguardi per guardar li passi, dicemo che a nuy non pare de presente fare questa spesa, ma che debbiate fare guardare bene per tuto dove verisimelmente potessero passare inimici, et intendervi col dicto Gasparo sopra ciò, perchè ne rendiamo certi che, facendo dicte provisione, l'inimici non poterano fare damno alcuno nè passare, intendendovi etiam con quelli fratelli da Sanseverino, rechiedendoli per nostra parte, che siamo certi faranno quanto sarà bisogno; ad quali nuy non scrivemo altro per adesso, ma volimo che vuy ve informati bene se dicti fratelli da Sanseverino sonno tuti ad Pandino o non, et che gli manchi, et dove se retrovano, et quando se partirano, et del tuto ne avisati per vostre lettere, et presto. Al dubio che haveti de inimici che non passino ad Spino, dicemo che ad nuy non sa verisimel (a) che debbano passare lì, perchè è dala longa. Pur accadendo el caso como è dicto, provedeti et scriveti ali predicti San Severino, et fate quelle provisione che ve parira. Data ut supra.
Christoforus.
Iohannis.
[ 192v] Die iii ianuarii.
Scriptum fuit comiti Antonio Crivello quatinus debet suspendere in causa illius omicidii comissari in personam unius Stambichini Franzosii donec dominus erit Mediolani.
Data ut supra.
Christoforus.
Cichus.

(a) In A verisimelmente con mente finale depennato.