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738. Francesco Sforza a Colella da Napoli (1454 gennaio 9 "ex Marcharia").

Francesco Sforza informa Colella da Napoli di aver ordinato che si faccia un deposito ("caneva") di biade a Palazzolo affinchè lui e le genti sforzesche, che si trovano a Geradadda e nel Bergamasco, abbiano vettovaglie. Vuole che si intenda con quei del Consiglio, cui ha lasciato la cura di ciò, per provvedere alla sicurezza, sia nell'andata che nel ritorno, dei mercanti e dei trasportatori di biade e si accordi con quelle genti di là perchè curino che la strada da Cassano a Palazzolo non venga "ropta dalli inimici nè da Bergamo nè da Crema" In simile forma è stato scritto a Bartolomeo Colleoni, Angelello da Lavello, Francesco, Americo e Bernabò Sanseverino, fratelli, e Sagramoro da Parma, condottieri.

Colelle de Neapoli.
Ad ciò nuy et le altre gente nostre sonno in Bergamascha et Giaradadda et Bergamascha habiano delle victualie havemo ordinato se faza una caneva de biave ad Palazolo. Pertanto volemo che, intendendovi con li nostri del Consiglio, alli quali lassamo la cura de questo facto, che provedati che li mercadanti et conductori d'esse biave, così nel'andare como nel retornare (a) vadano ad salvamento; ma vedeti de provedere, intendendove con le altre nostre gente logiano del canto dellà che la strata de Cassano ad Palazolo non sia ropta dalli inimici, nè da Bergamo, nè da Crema, perchè ne seguiria troppo grande preiuditio. Data ut supra.
Zanetus.
Cichus.
In simili forma magnifico Bartholomeo Coleono, Angiulello de Lavello, Francisco, Aymerico et Bernabovi de Sancto Severino, fratribus, et Segramoro de Parma, armorum dilectis nostris.

(a) retornare scritto su rasura.