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745. Francesco Sforza a Gracino da Pescarolo 1454 gennaio 10 Marcaria.

Francesco Sforza ordina a Gracino da Pescarolo di accogliere onoratamente il duca di Calabria, figlio di re Renato, che si porta da quelle parti con il totale supporto della lega in sostituzione di suo padre. Deve, perciò, portarsi subito ad Alessandria e, convocati ufficiali e maggiorenti della città, si muova, non appena avuta notizia dell' arrivo del duca di Calabria, con essi incontro a lui. Ordini che si apparecchino cibi in gran copia e faccia spese in modo tale che nulla gli manchi. Procuri che per il tragitto che lo menerà a Piacenza vi sia folla di cittadini e gentiluomini, e, ivi giunto, non risparmi, per tre giorni, denari perchè alle spese vi ha pensato lo Sforza con la lettera sottoscritta che gli invia: con essa potrà "reccatare denari per tucto, secondo che parerà".

[ 198v] Domino Gracino de Piscarolo.
Perchè lo illustre signore misser lo duca de Calavria, figliolo del serenissimo re Renato, venne de presenti nele parte di qua ali soldi, adiuti, favori et soccorsi dela liga, in loco dela mayestate de suo patre, desyderamo recoglierlo nel paese et dominio nostro, et fargli quello honore che vorressemo fosse facto ala nostra propria persona; per la qualcosa non volendo nuy che circa ciò intervengha veruno manchamento, vi commandiamo et volimo che, recevuta questa, subito ve transferiati fin ad Alexandria et lì, convocando officiali et citadini et tucte le honorate persone, quam primum sentiriti lo agiongere suo nel terreno nostro gli andareti a farli compagnia tanto honorevolmente quanto più ve serà possibile al rmondo. Et per luy et per tucta la corte sua fareti apparechiare le spese cibarie copiosamente et in abundantia, et cum tale ordine che nulla cosa gli mancha, tanto in le dicte spese, quanto in ogni altra cosa che bixognasse per fargli grandissimo honore; et deinde a venireti continuamente acompagnando essa soa signoria, facendoli fare le spese in ogni loco abundantissimamente fin dentro dela cità nostra de Piasenza, dove la soa signoria haverà ad restare, et lì ancora, per tri dì continui, faretigli fare dicte spese honoratamente, sichè nulla cosa gli mancha non mancho como ala nostra propria. Et per quanto amati l'honore et bene nostro, sforzateve de fare in modo che non receviamo vergogna. Et venendo per le citade et terre nostre fin ad Piasenza, per tucto convocareti li citadini et zentilhomini a fargli compagnia et honore; et aciochè possi far fare dicte spese per tucto, ve mandiamo qui aligata una littera patente, soctoscripta de nostra propria mane, per tenore dele quale poteriti comandare et reccatare denari per tucto, secundo che ve parerà et serà bixogno. Sichè sforzative per Dio che sia recevuto tanto honorevolmente quanto serà possibile, respondendone subito del dì et hora che ve partereti per andare, intendendovi insieme con lo magnifico misser Angelo Azayolo, nostro compare, quale vene insieme con lo dicto duca. Marcharie, x ianuarii 1454.
Bonifacius.
Cichus.

(a) Segue ne depennato.