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749. Francesco Sforza a Benedetto de Curte, capitano della cittadella di Piacenza (1454 gennaio 11 Marcaria).

Francesco Sforza scrive a Benedetto de Curte, capitano della cittadella di Piacenza, che, per aderire alla richiesta di grazia di alcuni suoi famigli, vuole che non dia più luogo all'impiccagione del suo famiglio d'arme Matteo da Pavia, ma lo faccia rinchiudere "in uno fondo de torre" perchè non fugga e non abbia contatto che con coloro che gli danno da mangiare:

Benedicto de Curte, capitaneo citadelle Placentie.
Non obstante quanto te habiamo scripto per un'altra nostra che lunedì proximo dovesse fare impichare Matheo da Pavia, nostro fameglio d'arme, quale hay in Ie toe mano, pur, ad complacentia di alcuni nostri famigli, quale nelo hanno domandato de gratia, per questa te dicemo e volemo che al dicto Matheo non gli lassi dare molestia nè novità veruna in la persona, ma volemo bene che tu lo tenghi in presone, como per un'altra nostra te scripsemo here, che'l non possa far fuga né partirse senza nostra licentia; el quale intendemo fazi mettere in uno fondo de tore in modo non possa far fuga, ordinando che niuno Ii possa parlare, se non quelli che gli darano da manzare. Data ut supra.
Leonardus.
Iohannes.
Franciscus Sfortia manu propria.