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75. Francesco Sforza a Bartoluccio da Gubbio 1453 agosto 14 "ex felicibus castris apud Gaydum".

Francesco Sforza conferma a Bartoluccio da Gubbio, famigliare ducale, quanto già sa da Giacometto da Vailate che, in seguito a lettere ducali, il capitano di Gesezo aveva imprigionato un uomo di donna Luchina per il debito che detti uomini hanno della tassa dei cavalli con detto Giacometto e la sua squadra. Il prigioniero fu, però, liberato annullando, così, ogni garanzia di pagamento. Ordina a Bertoluccio di intervenire per evitare che ciò sia definitivo e di fare in modo che Giacometto sia soddisfatto.

Nobili Bartholucio de Eugobio, familiari nostri.
Segondo che tu sarai informato per lo messo del strenuo Iacometto da Vaylate et sua squadra, per vigore de nostre lettere el capitaneo de Gesezo haveva sustenuto uno deli homini della magnifica madona Luchina per lo debito delle taxe di cavalli hanno li homini dela prefata magnifica madona Luchina con dicto Iacometto et sua squadra, et l'haveva facto dare segurtade, aut de comparire, aut de pagare una certa quantità de dinari; deinde vero siamo avisati che l'è stato licentiato et anche annullate le segurtade che seria uno fare che nè Iacometto, nè quelli della sua squadra fossero may pagati, che non volimo patire. Pertanto volemo che tu habii la dicta segurtate et la stringhi denuo ad fare el debito, segondo la promissione fata. Et a questo usa ogni dilligentia, qua mediante, dicto Iacometto et sua squadra vengano hormay essere satisfacti. Ex felicibus castris apud Gaydum, die xiiii augusti 1453.
Ser Iacobus.
Cichus.