Registro n. 16 precedente | 786 di 1825 | successivo

786. Francesco Sforza ad Antonello de Campenea, podestà di Lovere 1454 gennaio 18 Marcaria.

Francesco Sforza, omesso quanto celermente gli trasmetteranno i gentiluomini, dice ad Antonello de Campenea, podestà di Lovere, che scriverà al Colleoni perchè gli lasci Cristoforo da Cremona con i suoi fanti oppure provveda come gli pare. Gli mandi l'eremita Colla. Vuole che sia molto cauto nei riguardi di quelli della Val Seriana che gli sono stati accusati: intenda bene la faccenda e gli riferisca tutto. Non vuole che si impicci della roba dei Bresciani. Tenga l'armata dove crede, purchè sia al sicuro. Cerchi di far amici ì nemici e non viceversa.

Antonello de Campenea, potestati Lovere.
Per un'altra nostra, che portano questi zentilhomini de celere, te scrivemo integramente quanto bisogna circh'al facto loro; sichè per questa solo respondemo ad l'altre parte delIa toa lettera. Et primo, al facto de fanti da metere Iì, ne pare dichi molto bene; et così scrivemo a Bartholomeo Coleone che gli lassa Christofaro da Cremona con Ii suoi fanti, o gli (a) proveda como meglio Ii parerà, con il quale haveray ad solicitare questa cosa. Al facto de quello Colla heremito, fa ch'el venga [ 211r] qui da nuy a parlarne. De quelli de Valle Seriana, che te sonno accusati, guarda ad intendere molto bene la cosa, et advisane poi nuy de quanto troveray, anzi procedi ad altro, perchè ad simile cosa nuy se movemo mal voluntera che danno piutosto mala condictione aIi stati che bona a credere nè moverse tropo facilmente. DelIa roba de quelli cittadini de Brexa non volemo per modo alcuno tu te ne impazi, perché quello che anche non havemo facto, non lo volemo principiare per cento livre. L'armata guarda ad tenerla dove pare a te, purchè la stia in loco sicuro. Attende bene ad quelle cose et sforzate tenere ben carezati et edificati quelli homini, et piutosto farne delli inimici amici che delli amici inimici. Et de quanto ala giornata seguirà, fa che ne siamo avisati. Data Marcharie, xviii ianuarii 1454.
Iohannes Chiapanus.
Cichus.

(a) Segue lassa depennato.