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8. Francesco Sforza a Bartolomeo da Correggio (1453 agosto 1 "in castris nostris felicibus apud Gaydum").

Francesco Sforza scrive a Bartolomeo da Correggio, referendario di Pavia, di apprezzare gli ordini dati per la salvaguardia della Gerola, ma ciò non gli consente di astenersi dal rimproverargli la negligenza dimostrata per non aver provveduto alla conservazione dei beni dei ribelli, beni che dovevano essere inventariati e affidati a uomini del posto, evitandone così, il saccheggio fatto, tanto più perchè vi erano cose di valore, che vuole siano ricuperate. Lo informi, su quanto si potrebbe ricavare dalla vendita del mulino che ha fatto condurre lì. Intendendo che i colpevoli del trattato siano perseguiti, gli ordina di affidarne il processo al podestà.

[ 5r] Egregio militi domino Bartholomeo de Corrigia, dilecto referendario nostro Papie.
Havemo recevuto le vostre lettere per le quale restiamo avisati dela vostra retornata dala Girola del'ordini posti per voi a conservatione de quella terra; et de quanto haviti facto et exequito ve comendiamo. Ma bene ne rencresce che le robbe e beni di quelli traditori e rebelli, debitamente spectanti ala Camera nostra, debbano essere posti a saccomano, como scriviti, che, certo, non pò essere stato senza vostra negligentia, che primo ante omnia dovevati far recogliere et descrivere et deponere apresso qualche homini de quella terra per bello inventario Ii beni d'essi rabelli et traditori, aciò non andasseno in sinistro. Ma non siando facto fin a mò, volimo che'l se facia con tale diligentia che de quello se troverà, niente se perda, avisandove che siamo pur informati essergli dele cose de bona valuta, e molte ne sonno trafugati e transportate in casa de diverse persone d'essa terra, le quale volimo siano sutilmente recerchate. Et così facite.
Volimo insuper che ne avisati quanto se potria havere de quello molino haviti facto condurre lì, volendolo vendere. Postremo siamo certi che ala receputa de questa haverite inteso per nostre Iettere a vuy scripte quanto volimo se facia circha la iusticia deIi colpevoli del tractato; siché consignariti el processo al nostro podestà lì, non ge l'havendo consignato. Data ut supra.
Ser Iacobus.
Cichus.