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806. Lorenzo Vitelli a Francesco Sforza 1454 gennaio 2 Cremona.

Lorenzo de Vitelensibus comunica allo Sforza i risultati dell'indagine affidatagli per la ricerca della verità nella controversia che opponeva i nobili cittadini piacentini di Borgonovo contro i comuni e gli uomini di detto territorio e del suo distretto nell'incertezza se detti nobili devono contribuire con la città di **** o con i predetti comuni e uomini. Lorenzo dice di essersi portato su detti luoghi, aver veduto le loro allegazioni, aver esaminato testimoni, aver lette scritture, lettere, istrumenti, sentenze e decreti : tutto gli consente di affermare che nel 1409, cioè al tempo di Leonardo degli Arcelli, capo in quei luoghi, tutti e singoli i nobili contribuivano con il comune e gli uomini di Borgonovo e del suo distretto per ogni gravezza ordinaria e straordinaria, reale e personale e mista e godevano delle immunità di cui godevano i detti comuni e uomini. Quando Borgonovo fu eretto in contado con tutte le terre della val Tidone e separato da ogni città e concessogli l'autonomia, ai tempi dei conti Filippo e Bartolomeo, fratelli Arcelli, i nobili pagavano con Borgonovo. Alla morte di Bartolomeo e alla partenza di Filippo, Borgonovo passò in potere di madonna Elena, madre dei suddetti conti. Approfittando dell'iniziale debole governo di donna Elena, i nobili contribuirono con Piacena, ma quando detto governo si rafforzò, i nobili tornarono a contribuire con il comune di Borgonovo e così continuarono a fare quando a donna Elena subentrò Niccolò Piccinino e in seguito i suoi figli. Dopo il saccomanno di Piacenza, la terra di Borgonovo passò in diverse mani e i nobili "alcuna fiata hanno contribuito con essa et alcuna non". A questo punto la conclusione di Lorenzo è che i nobili cittadini di Piacenza, "quali hanno ad fare in lo districto de Burgonovo et sue pertinentie merito debbeno contribuire" con quella terra per quel che possiedono lì in qualsiasi gravezza. A ciò non osta uno statuto di Piacenza, il cui incipit dice: "quod inter cives", e neppur osta un estratto di un lacero e anepigrafo e senza incipit e non datato libro, detto "bissono". Questo libro non fa fede: i nobili ivi descritti non sono nominatim estimati per i beni in Borgonovo, mentre lo erano nel passato come contribuenti a Borgonovo. Non ostano neppure i "boletini de confessione", siccome non accennano a possessi sul territorio di Borgonovo, mentre i predetti nobili hanno pagato con Borgonovo per beni posti lì. Non osta il decreto ducale "quamquam deceat" che, sebbene parli di terre separate,accenna solo a usurpatori e ad approfittatori dei loro privilegi. Non osta una sentenza data da Giacomo da Tizoni di Vercelli, allora podestà di Piacenza e di Guideto Castelione, referendario, in cui si narra della riserva fatta ai nobili nella sospensione data al suaccennato conte Filippo, ma trattasi di un falso, come appare dall'allegazione degli stessi nobili e, inoltre, si tace che Borgonovo è terra separata. Va poi annotata la nullità di detta sentenza perchè, per disposizione ducale doveva essere emessa dal podestà di Piacenza e dal referendario insieme (ma non avvenne) con il podestà di Borgonovo, nè conta che vi fosse un subdelegato di detto podestà. Non contano neppure le lettere esecutorie di Ludovico de Calvi, vicario ducale, perchè di lui non si fa parola nelle lettere ducali allegate alla sentenza nè in certi capitoli e neppure nella "responsione a quelli". Non ostano neppure i vati bandi ai conti Filippo e Bartolomeo, nè ostano ancora certe lettere ducali, datate Cremona 23 luglio 1451 e segnate Raffaele, riguardanti i "capitoli" di Piacenza con il duca: nella "supplicanza" di detti capitoli non si fa parola di terre separate, specie di quelle della Val Tidone, eretta solennemente in contado, Sarebbe stata una grave offesa al duca Filippo Visconti se Borgonovo fosse stata inclusa nella generalità e non più considerata, come detto duca la intendeva, terra separata. Nella menzionata "supplicanza" si dice che i nobili, al tempo dei conti Filippo e Bartolomeo, avevano contribuito con Piacenza: affermazione falsa, in opposizione a quanto rivendicato da testimoni e da documenti. Va sottolineato che gli ordini ducali inserti nelle accennate lettere non comprendono i nobili. Non osta ancora una sentenza in forma di precetto, data da Sceva de Curte e da Marco de Attendoli, perchè la conclusione rimette tutto a un mandato ducale. Infine. Non conta neppure un compartito del 1451, fatto da quattro cittadini piacentini, deputati dal comune di Piacenza, nel quale i nobili sono, "sine cause cognitione" separati dai contadini. Il libro dell'estimo del territorio di Borgonovo, quantunque nel proemio abbia qualche rasura, è fatto da una sola mano. Non vale annotare che alcuni nominativi sono di persone già morte: ciò è dovuto al fatto che s'iniziò a scrivere il libro nel 1446 e in quel tempo tutti i descritti erano viventi e si continuò a redigere il libro fino alla morte del duca Filippo Visconti e poi, per guerre e peste, si sospesero le iscrizioni. Nel 1451 fu fatto il libro dell'estimo descrivendo i nomi delle persone che avevano dato "in scripto loro possessioni" quando nel 1446 si cominciò detto libro: "nì perzò se muta la substantia d'esso libro".

[ 217v] Copia.
Illustrissime princeps et excellentissime domine domine mi singularissime, post humilem recomandationem, in Ii dì passati fu per essa signoria a mi commesso dovere trovare la verità in la controversia vertente fra Ii nobili citadini Piasentini de Borgonovo et Ie soe pertinentie per una parte, et li comuni et homini d'essa terra de Burgonovo et suo districto per l'altra, in la quale se dubita con chi Ii dicti nobili debiano per lor graveze contribuire o con la vostra cità de **** overo con Ii predicti comuni et homini. Sonno aduncha stato in Ii predicti luoghi dove è veduto quanta per loro capituli hanno vogliuto significare Ie parte, et sopra quelli examinati diversi testimoni, veduti più et varie scripture, libri, lettere, instrumenti, sententie et decreti, Ii quali tuti con diligentia calculati in verità dico in Ii anni de MCCCCVIIII, cioè in lo tempo de domino Leonardo delli Arcelli el quale era capo in le predicte parte de Borgonovo, tuti et singuli nobili predicti contribuyvano con Ii predicti comune et homini de Borgonovo et suo destrecto per ogne graveza e talia ordinaria, extraordinaria, reale et personale et mixte, et godevano parimente delle immunità, gratie concesse aIi predicti comune et homini sì como uno corpo. Dappoi, essendo erecto in titulo de contado la predicta terra de Borgonovo con Ie soe pertinentie una con Ie altre terre delIa valle de Didon, e separato dicto contado da ogne altra cità et concessoli essere de per sì in la forma sonno Ie citade de per sì et de quello contado, citati conti Filippo et Bartholomeo, fratelli delli Arcelli, in loro tempo Ii predicti nobili simelmente contribuyvano con Ii predicti da Borgonovo ut supra. Dappoi la morte del conte Bartholomeo e per la partenza del conte Filippo predicto, remagnendo (a) essa terra de Borgonovo et sue pertinentie in Ie mane de madona Elena, lore matre, havendo ley suo stato dubioso, Ii predicti nobili trahendose con la cità de Piasenza contribuirino con essa per Ie imbotate del vino et feno, il che perseverò tri anni o circha; ma poi che la predicta madona Elena firmò il stato suo, [ 218r] Ii nobili predicti retornoreno a paghare con Ii dicti comune et homini de Burgonovo como prima solivano, così per imbotate predicte como per Ie altre graveze successive.
Dappoi la morte de madona Elena predicta, prevegnendo la dicta terra de Burgonovo in Ie mane del magnifico Nicolao Picinino et dappoi luy de suoi figlioIi, sempre hanno Ii dicti nobili contribuire con Ii dicti comune et homini, ut supra; dappoi lo sacchomano de Piasenza, essendo andata essa terra de Burgonovo per diverse mane, li nobili predicti alcuna fiata hanno contribuito con essa et alcuna non. Unde concludendo li predicti nobili citadini de Piasenza, quali hanno ad fare in lo districto de Burgonovo et sue pertinentie, merito debbeno contribuire per tute et singule graveze ordinarie et extraordinarie, reale et personale et mixte con la dicta terra de Burgonovo et sue pertinentie, per quanto possedano lì e non con la cità de Piasenza, così per vigore deli privilegii como de antiqua consuetudine, dela quale non esta memoria in contrario, nì obstante libri, scripture, sententie e decreti producti in contrario, benchè siano assay.
Primo, non obsta uno statuto della cità de Piasenza qual comenza "Quod inter cives" per respecto non include nobili de terre separate, nè obsta uno extracto del libro asserto bissono (b), primo libro, unde è tramsumpto e lacerato, senza principio, senza fine, millesimo anno, mense, die, et senza titulo alcuno e nome de scriptore e compilatore, nè fa alcuna fede in iuditio nè fora, secundo dato che facesse fede, li nobili lì descripti non sonno extimati nominatim per li beni possedono in lo terreno de Borgonovo o sue pertinentie; delli quali beni consta essere extimati nominatim con la predicta terra de Burgonovo et sue pertinentie per li tempi passati, cuius contrarii memoria non existat, et sonno mò al presente; nì obsta boletini de confessione producti, li quali non fanno alcuna fede, et maxime non nominando possessione poste sul territorio de Borgonovo e sue pertinentie. Ma ben consta li predicti nobili havere pagato con essa terra de Borgonovo e sue pertinentie nominatim per beni posti lì, anche non obsta uno decreto ducale quale comenza "Quamquam deceat" per respecto non è emanato super casu nostro, quantuncha nomina [ 218v] terre separate, ma contra usurpatori et abutenti de loro privilegii; item non obsta una sententia data per li spectabili egregio domino Iacomo da Tizoni de Vercelli, in quello tempo potestà de Piasenza, et Guideto Casteliono, referendario, per respecto la supplicanza lì inserta, narra essere reservati li nobili in la suspensione facta al conte Filippo sopradicto; il che è falso, como apare per la productione per parte d'essi nobili facta. Secundo perchè in essa supplicanza se tace la terra de Borgonovo e sue pertinentie essere separata, anche se tace l'antiqua consuetudine dicta de sopra; per il che le lettere ducali in essa sententia inserte se rendono subrectitie e consequenter de niuno valore. Item per le littere ducali inserte in essa sententia se comette ali dicti potestà et refferendario debbiano provedere una con lo potestà della terra de Borgonovo li quali, non servando la fine dela comissione, deteno sententia senza esso potestà de Borgonovo, senza lo quaIe niente possevano; imo dedeno la sententia predicta contra sua voluntà, nè obsta se Iì dice fusse presente uno subdelegato del predicto potestà de Borgonovo, per respecto non appare delIa subdelegatione, ma ben appare delIa contradictione et absentatione d'esso potestà de Borgonovo collega, ut supra; iI che rende la sententia de niuna efficatia. Non obstano due lettere exequtorie de domino Lodovicho de Calvi, vicario ducale, perchè non appare delIa sententia in esse littere alligata nì la commissione producano ancora certi capituli et responsione a quelli, Ie quale responsione non sonno ancora facte in capituli signati per lo illustrissimo signore ducha Filippo, per li quali voleno provare la reservatione delli nobili facta con lo predicto conte Filippo, ma niente relevano, como cose senza esenza; nì anche obsta uno banno delIa vita, rebellione, privatione de contado et de ogne dignità, gratie, privilegii, dato aIi conti supradicti Filippo et Bartholomeo, per respecto per Ia privatione delli conti, non resta privato el contado. Item non obstano certe lettere delIa signoria vostra date a Cremona, XXIII de luglio 1451, signate Raphael, primo per respecto Ii capituli delIa cità de Piasenza con la illustrissima signoria vostra, delli quali in la supplicanza [ 219r] Iì inserta se fa mentione, non includano terre separate, et maxime quelle dela Valle de Didon, la quale fo errecta in contado con tale et tanta solemnità como per Ii suoi privilegii appare. Et certo grande iniuria faria ala felice memoria dell'illustrissimo signore ducha Filippo che volesse includere la dicta terra de Borgonovo sotto generalità; la qual terra il prelibato signore volse essere da ogne cità separata. Secundo, per respecto in essa supplicanza se narra Ii predicti nobili per lo tempo delli conti Filippo et Lazaro (c) havere contribuito con la cità de Piasenza; il che è falso, como evidentemente apparre in la informatione presa per nuy per dati de testimonii et per scripture; unde Ie lettere predicte restano subrectitie et senza alcuno valore. Li ordini ducali inserti in esse lettere non comprendano Ii dicti nobili, Ii quali non vengono sotto generalità, como è dicto de sopra; non obsta ancora una sententia in forma quasi de precepto data per Ii magnifici misseri Sceva da Corte et Marcho de Attendoli, perchè conclude de questa differentia devere seguire quanto si deffinerà per la vostra illustrissima signoria, overo per suo mandato. Ultimo non obsta uno compartito facto nel MCCCCLI per quatro citadini Piasentini, deputati per lo comune de Piasenza, in Ie quale Ii nobili sonno separati daIi contadini, et maxime quia sine cause cognitione. EI libro dell'extimo delIa terra de Borgonovo facto nel MCCCCLI non è viciato nè falso, quantunche nel proemio sia raso, imprezo tuto e d'una mane e anche fidelmente scripto; nè obsta si alcuni Iì descripti erano morti nante lo anno 1451. La rasone e Ii homini de Borgonovo cominzarono el libro dell'extimo in lo anno 1446; et in quel tempo tutti li descripti in lo predicto libro vivivano e fu lo dicto extimo prosequito fino ala morte del'illustrissimo signore ducha Filippo; et per respecto delle guerre et poi delIa peste, remaste pendente la descriptione d'esso extimo. Dappoi in lo anno 1451 fu facto el libro dell'extimo predicto, descrivendo lo nome de quelle persone haveano dato in scripto loro possessione in lo tempo quando fu cominzato, cioè 1446, quantunche fusseno morti alcuni de quelli; nì perzò se muta la substantia d'esso libro. Data Cremone, die ii mensis ianuarii 1454. (d) Subscripta.
Excelentis illustris domini domini famulus Laurentius de Vitelensibus.

(a) Segue esser depennato.
(b) Segue bisogno depennato.
(c) In A Lazaro recte Bartholomeo
(d) 4 finale corretto su 5.