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838. Francesco Sforza a Sagramoro Visconti (1454 gennaio 29 Cremona).

Francesco Sforza fa sapere a Sagramoro Visconti che è nell'impossibilità di aiutare lui e i suoi soldati e rinvia tutto a poi. Per la campana tolta agli uomini di Pagazzano, risponde che non è il momento di parlarne, mentre concede subito la licenza richiesta. Nel poscritto dice che le bombarde e le altre cose richieste sono giorni che le ha mandate e così ha risposto ai gentiluomini dei Federici.

Domino Sacramoro Vicecomiti.
Havemo recevuto la vostra lettera et inteso quanta ne scrivete del bixogno vostro et de quelli vostri soldati; al che respondendo, dicemove che ne rendiamo certi siati tuti in grande bisogno; pur de presente non havemo il modo de adiutarvi secundo che vuy ce rechiedeti. Ben speramo fra alcuni dì havere meglio il modo, et alhora daremo il modo al bisogno vostro et delli compagni sichè restaret tuti contenti. Ala parte delIa campana tolta aI'homini de Pagazano, et cetera, dicemo che de presente non ne pare tempo de movere queste cose. La licentia che vuy ne rechiedete la mandiamo qui aligata. Data ut supra.
Post scriptum. Havemo recevuto un'altra vostra per la quaIe ne rechiedeti la provisione delle bombarde et delle altre cose, et cetera, ala quale respondeamo che già sonno più dì l'havemo mandata; sichè circha ciò non accade fare altra respuosta. Ali zentilhomini delli Federiti, quali de ciò ne scriveno, facemo simile resposta. Data ut supra.
Bonifacius.
Cichus.