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839. Francesco Sforza agli economi ducali deputati ai beni episcopali di Pavia (1454 gennaio 29 Cremona).

Francesco Sforza ordina agli economi ducali deputati ai beni episcopali di Pavia di pagare, come si faceva con Filippo Maria Visconti, il salario dell'ufficiale del porto di Pissarello con le entrate del porto. Vuole poi che si smetta di molestare Mafeo Bergamasco debitore del vescovato, per la restituzione dei denari che fu costretto a versare a detto ufficiale (denari che gli devono essere compensati).

[ 227r] Nobilibus dilectis nostris iconimis super bonis episcopatus Papie deputatis.
Intendiamo pur per querella del'officiale nostro del porto del Pissarello, ch'el non pò essere satisfacto del suo salario ordinato, perchè se dice ch'el pagamento non se gli debe fare del'intrate del porto predicto. Et perchè nuy siamo informati che al tempo delIa bona memoria dell'illustrissimo quondam signore ducha passato se satisfaceva al dicto officiale d'esso porto et daIi homini circonstanti, ve comettemo et volemo che vuy ancora debiati per ogne modo farli satisfare per quello modo et forma che se gli satisfaceva al tempo del prefato quondam illustrissimo signore ducha, così del passato como del'avenire, senza exceptione et contradictione alcuna. Et perchè intendiamo che voleti astrenzere Mafeo Bergamasco, quale era debitore del vescoato, a restituire certi dinari, quale fo constrecto a numerare al dicto officiale, el che non è iusto nè conveniente, volemo che al dicto Pergamasco non debiati dare impazo per questa casone, immo compensarli Ii dicti dinari exbursati nel debito ch'el ha; et in Ie cose predicte fate per modo che non habiamo più casone de replicarve. Data ut supra.
Irius.
Cichus.