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850. Francesco Sforza al provveditore di Crema 1454 gennaio 31 Cremona.

Francesco Sforza denuncia al provveditore di Crema che gli uomini di Romanengo si sono lamentati perchè dai suoi soldati sono stati presi dei Romanenghesi pur muniti del salvacondotto provveditorale in ritorsione della cattura di un suo uomo con un salvacondotto ducale. Siccome quello denunciato non è il primo atto compiuto dalla gente della signoria di Venezia, anzi si è presa l'abitudine di fermare persone pur munite di salvacondotti, il duca minaccia, che mancando il rilascio dei suoi uomini, egli praticherà lo stesso comportamento del provveditore, catturando "tanto terreri quanti forasteri" anche con salvacondotti ducali e pubblicizzerà il suo atto in modo che sia noto a tutti in Lombardia. Se i suoi uomini avessero fatto qualcosa contro gli stessi salvacondotti ducali, il provveditore avrebbe dovuto dargliene notizia, essendo ben consapevole che, quando casualmente "è intervenuto qualche cosseta" da parte dei suoi uomini, lui, duca, ha sempre imposto che venisse "facto fare il dovere". Se, avvisato, lui non vi avesse provveduto, essi avrebbero avuto ragione di intervenire apertamente, e non artatamente come hanno fatto. Chiede che i suoi uomini siano liberati, perchè altrettanto farà per quelli della controparte.

Provisori Creme.
Li homini nostri da Romanengo sonno stati da nuy et n'hanno dicto che per quelli soldati sonno Iì in Crema sonno stati pigliati alcuni homini d'essa terra quali hanno da voy salvoconducto; et questo dicono havete facto fare perchè è stato pigliato uno delli vostri per Ie nostre gente quale haveva da noy salvoconducto; del quale acto ne siamo alquanto maravigliati advegna, però ad nuy non sia cosa nova perchè questa non è la prima volta che habiati et che sia stato facto per Ie gente delIa signoria de Venetia simile ato. Et deliberamo non lo comportare più, ne che Ii nostri se fidano più de (a) vostre promesse nè salviconducti, da puoi che dal canto vostro de là si è pigliata questa consuetudine de cattare la gente sotto li vostri salviconducti et promissione che, quanto sia ben facto, honesta et iusta cosa, el lassamo iudicare a voy, advegna, imperò, (b) ne rendiamo certi lo cognosceti molto bene. Pur, perchè siati chiari delIa intentione et voluntà nostra, ve avisamo che se voy non fareti libere relaxare dicti nostri homini, como rechiede el debito del'honore vostro et delIa vostra signoria, nuy da qui inanzi [ 229v] observaremo el simile modo haveti pigliato et principiato dal canto vostro et quanti tanto terreri, quanti forasteri che haverano da nuy salviconducti, tuti gli Ii romperemo, nè gli ne faremo observare veruno, et faremove tale demonstrazione de tanta iniquità quanto se usa dal canto vostro, che ne daremo notizia et esempio ad tuti Ii signori et homini de Lombardia, perchè, como havemo dicto, non deliberamo comportare più che Ii nostri homini siano inganati per questa via sotto Ii vostri salviconducti et promissione, et dare questo guadagno aIi vostri con sì pocha fadicha et pericolo. Et questo noy el faremo perchè se Ii nostri havesseno facto cosa alcuna contra il tenore del nostro salvoconducto, ne dovevati dare notizia a nuy, che sapeti bene, quando alcuna volta casualmente et non voluntarie è intervenuto qualche cosseta per Ii nostri, nuy sempre gli havemo facto fare il dovere; et quando ne havesseno advisati, et noy non Ii havessemo poy proveduto, haverestevo (c) havuto qualche colore de rasone al facto vostro, et non fare così como fate che, sotto queste scuse ed arte, (d) che sia stato pigliato uno delli vostri, andati poi ad correre et pigliare Ii homini nostri, como fesseno un'altra volta a Lode. Pertanto ve rechiedemo, per observantia del vostro salvoconducto et honore vostro, vogliati liberamente fare relaxare tuti Ii homini che sonno stati pigliati delIa nostra terra di Romanengo et ogne altra cosa che Ii fosse stata tolta, ch'el non gli manchi casa alcuna; et se alcuno è stato pigliato delli vostri, o che sia stato robbato sotto il nostro salvoconducto, advisatene delIa cosa como passa, perchè provederemo che non gli mancarà cosa alcuna. Ben ne recrescerà et dolerà fino al cuore de venire ad simili inconvenienti, perchè sempre è stato et è nostra natura et costume de observare Ii salviconducti et Ie cose che promettemo inviolabilmente, et non Ii mancarà niente. Ex Cremona, ultimo ianuarii 1454.
Zaninus.
Cichus.

(a) Segue simile depennato.
(b) imperò in interlinea.
(c) haverestevo corretto su altra parola.
(d) arte in interlinea su atti depennato.