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862. Francesco Sforza al provveditore di Crema 1454 febbraio 4 Lodi.

Francesco Sforza comunica al provveditore di Crema che il conestabile ducale Gaspare da Suessa, dimorante a Cerreto, s'è lamentato con lui perchè da due mesi i suoi famigli Gabriele de Piemonte e Bartolomeo da Novara sono tenuti prigionieri a Crema in rivalsa di tal Maffino da Crema, da Gaspare "rescosso per presone", pur essendo (si dice) soldato, ed è stato osservato che dei due suddetti famigli, uno è fuggito e l'altro non vuole essere rilasciato. Il duca nega che Maffino fosse soldato, perchè, altrimenti, Gaspare non ne avrebbe chiesto il riscatto: Maffino (dichiara il duca) "è pur vilano et terrero de lì". L'estaste scorsa anche molti prigionieri bresciani hanno cercato di passare per soldati, ma erano villani e "se rescodevano, como è debito nel mestiere del soldo": Maffino è un caso simile. Si rilasci, perciò, liberamente il famiglio di Gaspare, ed é ben noto al provveditore che, nei giorni scorsi, lui, duca, liberò quelli che furono presi e li lasciò entrare in Crema, benchè fosse assediata. Se il provveditore non liberasse il famiglio di Gaspare, darebbe al duca motivo di agire diversamente

Provisori Creme.
Gasparre da Suessa, nostro conestabile che logia ad Cerreto, s'è doluto con nuy che, zà sonno duy mesi passati, per quelli vostri foreno pigliati duy suoy famigli, nominati, l'uno Gabriel de Piemonte, e l'altro Bartholomeo de Novara, quali son tenuti in presone Iì in Crema; et havendoli luy rechiesti più volte che gli fossero relaxati, como voleno Ie bone usanza el costume del soldo, gli è stato obiecto gli sonno retenuti per scontro de uno Maffino de Crema, quale esso Gasparre ha rescosso per presone, pretendendo ch'el fosse soldato et non potesse essere riscosso, et cetera; di quali suoi famigli, l'uno s'è fugito et retornato da luy, l'altro sta pur in destretta et pare non vogli essere relaxato. Dela qual cosa nuy meravigliamo assay perchè non è ben facta nè honesta et non se ne convene fare tale compagnie l'una parte et l'altra; neanche sonno bone scuse ch'el dicto Maffino sia soldato, perché ne rendiamo certi ch'el dicto Gasparre non l'haveria rescosso se'l non l'havesse potuto debitamente rescodere; pò ben essere ch'el dicto Maffino se serà facto scrivere per soldato cautelosamente per evitare simile (a) caso, ma è pur vilano et terrero de Iì; et questo ne pare sia in effecto, perchè, questa estate passata, è accaduto molte volte simile differentia de presoni de [ 232v] Bressana che se excusavano essere soldati, et pur se retrovano essere villani et se rescodevano, como è debito nel mestere del soldo; et così crediamo firmamente; et così ne certifica dicto Gasparre questo caso essere simile. Pertanto confortiamo et preghiamo Ia spectabilità vostra che vogli fare relaxare liberamente el dicto famiglio del prefato Gasparre, et non fare queste cavillate exceptione, perchè sapeti che dal canto nostro non se fanno, et sapete che, ali dì passati, quelli vostri che foreno presi Ii fecemo relaxare libere, non obstante che nuy de rasone Ii potevamo mandare altrove et non lassarIi intrare in Crema, la quale è confinata tra Ie nostre et obsidiate, como vedeti.
Quando vuy lo fareti, l'haveremo a caro et serà vostro honore et debito del costume del soldo; aliter ne daresti materia de farli altra provisione, che non ve piaceranno, benchè ne rencresceria ad innovare alcuna cosa, ma, como provocati et constrecti, lo fariamo.
Data Laude, iiii februarii 1454.
Christoforus.
Iohannes.

(a) Segue scandalo depennato.