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902. Francesco Sforza al podestà e ai deputati agli affari di Vigevano 1454 febbraio 9 Milano.

Francesco Sforza scrive al podestà e ai deputati agli affari di Vigevano di essere dispiaciuto per non avere essi, come da promessa, riscossi i denari delle tasse. Vuole che vi provvedano subito, minacciandoli, in caso di inerzia, ne subiranno le spese e disdirà l'ordine dato al capitano della Lomellina di non dar loro noie.

Potestati et deputatis negociis comunitatis nostre Viglevani.
Non possemo fare che non se maravigliamo et anche doliamo che non habiate mandato, né anche como havemo inteso pur riscossi li denari delle tasse secondo le promissione a nuy facte. Et pertanto volemo et ve comandiamo che subito senza perdimento de tempo debbiati havere rescuossi dicti denari; et tu, potestas, attende a subita executione, non guardando in fronte ad homo del mondo, ita che gli dinari li siano per ogni modo de presente, certificandove che non pigliando vuy altri ordini ali pagamenti, ve ne occorrerà spesa, et ne fareti mutare di proposito: nam sì como havemo scripto al capitaneo de Lomellina che non ve fatia molestia, anzi lassi l'exactione a vuy, gli scriveremo il contrario. Ex Mediolano, viiii februarii 1454.
Ser Iacobus.
Cichus.