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904. Francesco Sforza a Bartolomeo Colleoni (1454 febbraio 9 Milano).

Francesco Sforza scrive al Colleoni di aver ricevute tre sue lettere e si sofferma sull'ultima da Urgnano, nella quale accludeva lo scritto di Pietro da Roado. Il duca si dice contento che Pietro vada dal Colleoni e anche, se lo vuole, da lui, per cui gli fa già avere il salvacondotto, in considerazione del quale ha scritto ai podestà di Roado, di Chiari e di Pontoglio di lasciarlo passare, mentre prima aveva comandato di catturarlo. Se Pietro andasse da lui gli farà restituire il sale o lo pagherà, se non andrà, glielo farà ridare. Quanto il duca ha scritto agli uomini delle Valli Cavallina e di Caleppio circa il dare solo alloggio e strame, era dovuto al fatto di ritenere che vi fossero solo le truppe del Sagramoro e non sapeva affatto che vi fossero anche dei suoi militari. Con l'allegata scrive di dare ai suoi uomini il debito, ma anche raccomanda ai soldati di trattare gli abitanti umanamente. Lo loda per i suoi propositi di conquistare le rocche di Baiedo e di Brivio; gli raccomanda, anche se è superfluo di attuare tali propositi. Lo assicura che alla sua gente non mancheranno nè munizioni nè quant'altro di cui abbisogna.

Magnifico Bartholomeo Coleono.
Per Abondio, vostro cancellero, et Frazino, vostro camerero, havemo recevuto tre vostre lettere: l'una de vostra mano, data adì VI ad Villa de Rippa d'Ada, l'altra de dì VII, et l' ultima de viii de presente, data ad Urgnano; in quale de vostra mano era incluso el scritto de Petro da Roà, qual havemo ben inteso. Et respondendo dicemo che nuy siamo contenti che'l dicto Petro vegni dala magnificientia vostra et anche ad nuy, se li piace, et così li mandiamo il salvoconducto in bona forma qui aligato, como potriti vedere. Et ultra ciò scrivemo ad li nostri podestà de Roado, Chiari et Pontolio per lettere similiter qui aligate, commandandoli che lo (a) lassar(an)o passare per lì liberamente, perché nuy prima havevamo ordinato che se'l passava per lì, el fusse sostenuto. Sichè poreti mò farlo venire ad vuy, et se li piacerà venire a nuy, lo intenderimo voluntiera. Ma volendo scusare con vuy de quelle cose, ne restaremo contenti, avisandone poi la magnificientia vostra per sue lettere de quanto havereti facto con luy, al quale, venendo a nuy, faremo restituire il suo sale o pagarlo realmente, o non venendo scriveremo et li li faremo dare; et de questo certificatelo per nostra parte.
[ 242r] Apresso respondendo a quello ne sciveti delle lettere per nuy scrite a quelli de Valle Cavallina et Valle Calepio che non dovessero dare a quelli soldati se non stantia et strame, dicemo che nuy fecemo scrivere quelle lettere non credando che li lozassero alcuni da vostri, ma che li fossero de quelli de domino Segramoro o altri; et se l'havessemo saputo non l'haveressemo scrito, donde nuy li scrivemo per l'aligata che li debano dare et satisfare secundo che vuy li rechiedereti non obstante dicte lettere; sichè vogliateli provedere como ve pare et per modo che li vostri soldati habiano il debito et anche quelli homini siano reguardati, et dateli mancho desconzo che se pò et li vostri se portino con loro humanamente. Delle provisione che vuy haveti facte contra la rocha de Bayedo et così contra Brivio, tuto havemo inteso et ne rengratiamo, et comendiamo sumamente la magnificientia vostra, perché sapemo ha durate delle fatiche et affanni assay in cavalcare de qua et dellà per provedere a queste cose, donde nuy ve dicemo altro se non pregarvi et confortarve che non mancate a far quanto v'è possibile per ultimare queste doe imprese, quantunche siamo certissimi che lo fareti senza che ve lo recordamo. Nuy dal canto nostro provederemo a quelle gente che non li mancarà né munitione né veruna altra che li sia de bisogno. Data ut supra.
Christoforus.
Iohannes.

(a) Segue non depennato.