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915. Francesco Sforza a Benedetto de Curte, viceluogotenente di Piacenza 1454 febbraio 10 Milano.

Francesco Sforza ricorda a Benedetto de Curte, viceluogotenente di Piacenza, di avergli mandato a dire dal suo famiglio Giacomo da Piacenza di far abbattere la murata e "derlare" le pietre, salvando la torre del battiponte e le altre due torrette vicine, ma di avergli pur detto che facesse esaminare se era meno costoso darla all'incanto o fare tutto a spese del duca. Non avendo ancora avuto risposta, gli rinnova il dilemma perchè gliene dia una pronta risposta e fermi tutto se non si fosse iniziata la demolizione.

Benedicto de Curte, vicelocumtenenti Placentie.
Per messer Iacomo da Piasenza, nostro famiglio, sotto nostre lettere de credenza te mandassemo a dire che tu facesse buttare per terra la murata et (a) derlare le prede, reservate la torre del battiponte et le altre doe torrete che sonno lì apresso, como tu più largamente siamo certi haverai inteso da luy; ma che facesti videre utrum fosse mancho spesa o ad darla al'incanto o fare fare questo ale nostre spese, et che de ciò ne avisasti puoi. Et perché sopra ciò anchora non havemo havuto risposta alcuna da ti, de novo ti repplicamo che faci videre quale serà mancho spesa o darlo al'incanto como havemo dicto, o farlo fare nuy ale nostre spese; et subito ne avisaray. Et non havendo in fin mò incomenciato de buctarla, volemo resti finchè nuy seremo avisati de ciò et ti scriverimo puoi quanto haveray ad fare.Ex Mediolano, die x februarii 1454.
Bonifacius.
Iohannes.

(a) Segue del depennato.