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94. Francesco Sforza a Bartolomeo Colleoni (1453 agosto 17 "in castris apud Gaydum").

Francesco Sforza risponde alla lettera di Bartolomeo Colleoni su quanto ha saputo tramite il suo cameriere Fracino e soprattutto su quanto disonestamente Andrea da Birago ha scritto al condottiero. Lo rassicura di convenire con quello che lui, Colleoni, ha risposto ad Andrea e gli accerta che lui è "el capitaneo, governatore, capo et guida di quella impresa" e vuole che tutte le genti che sono di là gli obbediscano, come al duca stesso, pur non tralasciando di soggiungere di volere che tutti, Colleoni compreso, sottostiano ai comandi di re Renato. Allegata polizza. Il duca suggerisce al Colleoni di mandare uno dei suoi uomini a far atto di omaggio a re Renato, manifestandogli la sua disponibilità a essere ossequiente ai suoi comandi ed esortando il sovrano "a far qualche cosa contra li (...) nemici" per piegarli a un accordo. Il duca gli rende noto di aver preso atto del contenuto della lettera inviata al Colleoni dalla moglie per dirgli che i Veneziani erano contenti di "contrabiarla" con Giovanni Conte. Il duca gli fa presente di tener al "comodo et bene" suo, come al proprio.

[ 28r] Magnifico Bartholomeo Cogliono.
Havemo recevuto una vostra lettera de dì xiiii presente, et inteso quanto ne haveti scripto et anche quanto per parte vostra ne ha dicto Fracino vostro camerero, et anche havemo veduto la lettera che ve ha scripto Andrea da Birago, al che, respondendo, ve dicemo che grandamente ne è despiaciuto el scrivere d'esso Andrea in quella forma, perchè è stato molto deshonesto. Et non ha facto bene, imo ha facto a nuy cosa molestissima, perchè nostra intentione che vuy siati el capitaneo, governatore, capo et guida de quella impresa et de tutte quelle nostre (a) facende dellà; et volemo che tute quelle nostre gente che sonno dellà, cosi da cavallo como da pede, ve siano obediente como ad nuy medesmi et fazano tuto quello per vuy gli serà dicto, ordinato et comandato non altramente che per nuy, como del tuto havemo resposto al dicto Frazino, al quale potrite credere como a nuy. Et dicemo che la resposta haviti facta ad esso Andrea ne è piaciuta. Et non voressemo anche che vuy gli aveste facta altra resposta, perchè quello medesmo per nostre lettere gli habiamo resposto nuy, cioè che non intendemo che li salviconducti facti per nuy siano violati (b), quantunche quelli de Monteferrato habiano rotti et violati li suoi; ma gli havemo ben scripto che de quello ha facto luy, faza como gli pare et piace. Et perchè nostra intentione che vuy siati governatore et capo, como havemo dicto, ve avisamo che de novo scrivemo a tuti quelli nostri conducteri et gente, benchè per altre nostre gli sia stato scripto che ve obediscano in tute le cose como a nuy medesmi. Ma ben ve dicemo che vuy poi vogliati essere con tute quelle nostre gente obediente ala mayestate del re Renato, como a nuy proprii, et così fare et exequire quanto per luy ve serà ordinato et commesso, non altramente che se fossemo nuy proprii. Data ut supra.
Bonifacius.
Iohannes.
Poliza.
Ad nuy pare che mandiati uno delli vostri ad offerirve ala maestà del Re dicando como sete apparechiato con le nostre et vostre gente insieme ad obedire li comandamenti et pareri suoi molto più che li nostri, confortando la maestà soa a mettere mano a far qualche cosa contra li nostri nemici, perchè monstrandosegli el volto del'arme più humelmente inclinarano al'acordio con quelle altre parolle [ 28v] che ve pareranno bisognare. Apresso, l'altro dì, la magnificentia vostra ne mandò una lettera dela dona vostra, quale faceva mentione como Venetiani sonno contenti contrabiarla con Zohane Conte, al che brevemente respondendove dicemo che nuy semo ale mano tucta volta in questa materia et siati certissimo che non altramente haveremo a niente el vostro comodo et bene como el nostro medesmo, et dela deliberatione se pigliarà, subito ve ne advisaremo. Data ut in litteris.
Iohannes.

(a) nostre in interlinea.
(b) violati su rasura.