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949. Francesco Sforza ai nobili, ai consoli e agli uomini della Val Nure (1454 febbraio 18 Milano).

Francesco Sforza esprime ai nobili, ai consoli e agli uomini della Valle di Nure il suo dispiacere per la loro non più tollerabile disobbedienza e, perciò, perchè non abbiano possibilità di scusarsi asserendo di non essere stati avvisati e perchè lui sappia chi gli obbedisce e chi non, ha manifestato al suo cancelliere Teseo qual è il suo stato d'animo.

Nobilibus, consulibus et hominibus Vallis Nurie.
Nui havemo piglato tanto dispiacere in l'animo nostro della vostra deshobedienza et obstinatione che per modo nisuno non volemo più sopportarlo, ma intendemo provederli in modo che tuti li altri ne piglino exempio et ad ciò che non possate scusarve de non essere stati avisati, et che nui possamo conoscere chi vole obedire et chi non, havemo comesso a Theseo, nostro canzellero, che ve dica qual sia l'animo et intentione nostra, al qual crederite et in questo obedirete quanto a noi proprii. Et questo non manchi per quanto havete cara la gratia nostra. Data ut supra.
Theseus.
Cichus.