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961. Francesco Sforza a Giuliano da Calvisano s.d.

Francesco Sforza risponde a Giuliano da Calvisano che, in merito alla lagnanza degli uomini del posto per l'onere "delli cavalli et boche" del Colleoni, sono stati da lui i suoi messi e, intesili, li ha rimandati con lettere per cui il Colleoni provvederà di non scontentare gli uomini di lì. Ha inteso quanto gli ha fatto sapere circa Vigolo e Tavernola, luoghi che il duca afferma appatenere alla giurisdizione di quella valle: lo informa che scriverà a Gentile della Molara di portarsi lì e di cercare di por fine alla divergenza, così come dice a lui, Giuliano, di "quietare dicta differentia". Non vuole che gli uomini di Sarnico e di Predero paghino i sei ducati loro richiesti da Antonello de Campagna, podestà di Lovere.

[ 257v] Iuliano de Calvisano.
Respondendo ad tre toe lettere de dì xiii del presente, et primo, alIa parte (a) de gravamento fano quelli nostri homini delli cavalli et boche del magnifico Bartholomeo Coleone, nostro capitaneo, dicemo che questi suoi messi sono stati da nui et Ii havemo bene inteso et Ii remandiamo in dreto expediti con lettere che scrivemo al prefato Bartholomeo in bona forma; el quale, siamo certi, provederà ad questa per modo che queIIi homini ne restaranno ben contenti.
Al facto de Vigolo et Tavernola, che dicemo essere della iurisditione de quella valle, havemo inteso quanto tu ne scrivi per questo, scrivemo ad Zentile dela Molara ch'el debbia trasferirse li et intendere questa cosa et proveierli et quietare questa diferentia; et cussì te dicemo che tu debbi studiare de pacificare et quietare dicta differentia perchè non è tempo de litizare in simile cose.
AlIa lamenta che fanno Ii homini da Sarnigo et de Predero della rata de sey ducati chelli rechiedi Antonello de Campagna, nostro podestà de Luere, nuy te dicemo che siamo contenti che non pachino alchuna cosa per questa casone; et cussl tu non Ii lassarai dare impazo alchuno.

(a) Segue fanno depennato.