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1254. Francesco Sforza a Giovanni Ceno da Varese 1450 dicembre 21 Lodi

Francesco Sforza ordina a Giovanni Ceno da Varese, referendario di Cremona, di abbonare a Bartolomeo Calcagno 140 lire sul debito che ha con la Camera ducale, che serviranno a soddisfare il credito che egli vanta con Bidoia.

Referendario Cremone (1).
L'è stato qui da nuy Bidoya, nostro homo d'arme, presente exhibitore, quale ne dice deve dare certa quantitade de denari ad Bartholomeo Calcagno de quella nostra cità per la casone da luy intendereti, del quale Bartholomeo luy se grava, che pare se sia portato molto deshonestamente verso esso Bidoia in mandargli li fanti ad casa senza respecto alcuno, dela qual cosa anchora nuy ne maravigliamo, essendo como luy dice, et ne dispiace che verso li nostri siano usati tali acti essendogli la rasone et iustitia, dela quale non intendemo niuno sia excepto né privato. Et pertanto siamo contenti et volimo che de quelli dinari deve dare el dicto Bartholomeo alla Camera nostra, como devi essere informato, ne siano facti boni al dicto Bartholomeo per quelli deve havere da Bidoya libre centoquaranta de imperiali et depoy per lo dicto Bartholomeo sia facta spiegatione al dicto Bidoya dele dicte libre centoquaranta. Et ultra ciò volimo fatiati dare ad esso Bidoya per lo dicto Bartholomeo ducati dece de quelli luy resta debitore dela Camera nostra. Siché in conclusione Bidoya non habia più impazo dal dicto Bartholameo per le dicte libre centoquaranta. Et ultra ciò habia dece ducati, quali tucti volimo siano compensati et facti boni al dicto Bartholomeo in quello luy deve dare alla Camera nostra, rescrivendone de questo facto como haveriti sequuito, ad ciò possiamo farne le scripture opportune. Data Laude, die xxi decembris 1450.
Francisccus Sfortia Vicecomes manu propria subscripsit.
Cichus.


(1) Identificato come Giovanni Ceno da Varese (cfr. SANTORO, Gli uffici, p. 411).