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1273. Francesco Sforza a Boccaccino Alamanni e Nicodemo Tranchedini da Pontremoli 1450 dicembre 22 Lodi

Francesco Sforza chiede a Boccaccino Alamanni e Nicodemo Tranchedini da Pontremoli di consentire a Zucco da Fucecchio di riscuotere i suoi crediti prima di essere molestato per onorare i suoi debiti.

Boccacino et Nicodemo (1).
Zuccho da Fusechio, nostro homo d'arme, ne ha decto che luy deve havere da quella excelsa Signoria certa quantità de denari, como da essi intenderite, et che fin qui non gli sonno state calculate le soe rasone. Et perché luy è obligato ad alcuni de là de certi denari, dubita che per questo luy non sia impedito et molestato dali soy creditori. Pertanto volimo che stati cum la prefata Signoria et quella per nostra parte pregarite che gli piaza de provedere che, finché lo decto Zuccho havirà lo debito suo da essi Signori, non sia molestato da niuno realiter nec personaliter aut alio quovismodo, perché luy cum lo tempo intende de satisfargli. Laude, xxii decembris 1450.
Cichus.


(1) Si tratta di Boccaccino Alamanni e Nicodemo Tranchedini da Pontremoli.