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1303. Francesco Sforza a Nicolò Giorgi 1450 dicembre 29 Milano

Francesco Sforza ordina a Nicolò Giorgi, commissario e podestà di Lodi, di spedire a casa loro sotto pena della forca gli uomini del lodigiano fuggiti a Lodi per timore dei fanti arrivati a Rivolta d'Adda.

[ 330r] Nicolao de Georgiis, commissario et potestati Laude.
Havemo veduto quello ne scrivi de quelli nostri homini de lodesana sonno fugiti dalle habitacione loro et venuti lì ad Lode per dubio hanno preso de quelli fanti se dice sono venuti ad Rivolta, et cetera, della qual cosa ne siammo grandemente maravigliati et havemone havuto grandissimo dispiacere, parendone che questo sia stato uno grandissimo manchamento ad essere li homini nostri in questo modo smariti et fugiti senza havere recorso alcuno alli officiali nostri et senza havere adviso alcuno da noy. Unde volemo che, subito havuta questa, debbi fare fare una chrida in quella nostra città che cadauno fosse partito per questa tale casone subito sia redduto et retornato alle habitacione soe sotto pena della forcha, admonendo ciaschaduno che da mo inanci se guardene ad incorere in simile discordie, perché, quando bisognasse, noy gli haveriamo bene advisati, confortandoli ad stare de bona voglia et che non habbiano dubio alcuno, perché fra noy et la illustre signoria de Venesia le cose sonno in bona disposicione, per modo non bisogna dubitare. Data Mediolani, xxviiii decembris 1450, hora noctis iii.
Non volemo però che la chrida digha altro se non che ognuno torni ad casa sotto pena ut supra, senza altre parole. Data ut supra.
Cichus.