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134. Francesco Sforza a Giacomo Antonio Marcello 1450 agosto 18 Lodi

All'accusa dei cremaschi contro gli uomini di Pandino, Francesco Sforza fa seguire una lettera di rimprovero contro questi ultimi, che a loro volta respingono ogni imputazione. Il duca scrive allora al provveditore di Crema perché indaghi ai fini dell'accertamento della verità.

[ 96r] Provissori Creme (1).
Ali dì passati recevessemo una littera dela vostra magnificentia, continente certo excesso havere facto li homini da Pandino ad quelli da Crema per la rogia, et cetera. Il perché subito scrisemo alli dicti da Pandino in modo se doveano accorgere noy havere per male quanto se diceva loro havere facto, unde loro ce respondeno quanto vederiti per sue incluse. Intesso adoncha el tenore de quelle, pregamo la vostra magnificentia se vogli bene informare dela verità et se forsi ve fose dato ad intendere mancho ch'al vero, avissando che havimo per fermo proposito che per li nostri non se faci cosa che debbia rincrescere ad vuy né alli vostri. Et così monstraremo cum effecti, perché nostra intencione è che non gli innovata cossa alcuna contra el dovere. Laude, die xviii augusti 1450.
Cichus (a).


(a) Alla lettera è allegata la missiva n. 135.

(1) Si tratta di Giacomo Antonio Marcello.