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1371. Francesco Sforza a Manfredo e Giberto da Correggio e ad Antonio Bernieri 1451 gennaio 8 Milano

Francesco Sforza vuole che Manfredo e Giberto da Correggio smettano di molestare gli eredi del conte Luigi Dal Verme o indichino le motivazioni del loro agire, se ne hanno. Viene anche intimato loro di cessare di importunare Antonio Bernieri, vescovo di Lodi.

[ 342v] Manfredo et domino Giberto de Corigia, fratribus.
Alli dì passati, gravandosi et lamentandosse li eredi del quondam magnifico conte Aluysio dal Verme che per vuy o per li vostri gli fideva facta novitade et turbate le sue ragione in certi beni et possessione hanno in là, ve scripsimo che volissive desistere dale noxie novitate et, pretendendove verune ragione, la volissive allegare et mostrare et subsequenter, trovandove vuy qua, messer Giberto, dicessivo non essere vero che ad essi heredi fosse fatta novità veruna. Et pure novamente se gravano et lamentano dicti eredi che gli fi facta novità, offerendossi ad stare a ragione se veruna rasone gli pretendeti havere. Pertanto ve confortiamo et caricamo che voliati desistere da esse novitate, per fare cessare le lamente, delle quali pigliamo noya e spiacere assay. Et se gli haveti ragione mandati uno delli vostri informato, qui doceat de iuribus vestris. Similiter se grava el reverendo monsignore episcopo de Lode (1) de novitate gli fati in sue possessione: ne fariti aduncha piacere assay se, stando nelli termini della ragione, fareti cessare simili lamente per vostro honore et nostro. Mediolani, viiii ianuarii 1451.
Cichus.
Duplicata fuit pro reverendo domino episcopo Laudensi.


(1) Si tratta del vescovo Antonio Bernieri (cfr. GAMS, Series episcoporum, p. 794).