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141. Francesco Sforza al referendario di Pavia 1450 agosto 18 Lodi

Francesco Sforza informa il referendario di Pavia di avere ordinato ai Maestri delle entrate straordinarie di prendere possesso dell'eredità di Paolo da Galliate e di avere sollecitato Francesco da San Pietro, uno dei Maestri, di accordarsi con il referendario per i fatti di Rosso da Vallo, i cui beni vuole siano venduti all'incanto sino alla cifra di 2000 ducati e di 1000 lire. Vuole, infine, che Francesco da Modena, debitore di Rosso da Valle per 240 fiorini, venga costretto a saldarli.

Referendario Papie (1).
Dilecte noster, nuy scrivemo alli Maystri del'intrate nostre extraordinarie che debiano mandare ad pigliare la possessione dela heredità de Paulo de Galià et scrivemo che vegna per fino lì Franceschino de Santopetro, qual è uno deli dicti Maystri, ad pigliare dicta possessione, al quale scrivemo se habia ad intendere cum vuy et similiter, bisognando lo adiuto suo in cosa alcuna per li facti del Roso da Vale, se intenderà cum vuy et farà quanto gli direti. Ceterum, al facto del Roso da Valle, ve dicemo che vogliati far vendere ad lo incanto li beni suoy per fino alla quantità delli ii milia ducati et libre mille, che intendemo poy gli si faza raxone et iusticia, secondo lo errore et delicto suo. Et advisatece de quanto haveriti facto et similiter de Augustino et Gabriel. Ulterius, al facto de Gabriel dicemo che vediati per bono modo, metendoli una bona parola, como passa la cosa et advissatemi se ha pagato li cento ducati vel non e como sta la cossa et de tuto ne advissati como haveriti, in modo restamo ben chiari. Ceterum, perqué bisognamo qua, per questi lavorerii facimo fare qua, circa ducento ducati et intendemo che Francescho da Modena è debitore del Roso da Valle de ducento et quaranta fiorini, pertanto voglimo che lo strengiati ad pagarli de presente, secondo havimo informato Iohannefrancesco, vostro cancello, al quale tanto in questo quanto in omni altra cosa de soprascripta vogliati credere et dare fede quanto ad nuy proprii. Et [ 97v] così vogliati cum dilligencia subito exequire quanto per questa ve scrivemo et che ve dirà dicto Iohannefrancesco. Ex Laude, xviii augusti 1450.
Cichus.

(1) Non identificato (la carica è segnalata da SANTORO, Gli uffici, p. 319, con inizio 1451 gennaio 1).