Registro n. 2 precedente | 143 di 1791 | successivo

143. Francesco Sforza al Consiglio segreto 1450 agosto 19 Lodi

Francesco Sforza, sorpreso per la fuga di alcuni sudditi, che emigrati altrove parlano senza motivo contro di lui, ordina che siano banditi dallo stato come ribelli e i loro beni vengano incamerati.

Dominis de Consilio secreto.
Simo informati como da Milano sono fugiti, dapoy che nuy havemo obtenuto lo dominio de quella cità, alcuny qualli ve mandiamo annotati in la cedula inclusa in la presente et che ne sono ancora andati via alcuni di qualli non sapiamo lo nome, de che prendemo non poca admiracione che costoro habiano facto così repentina fuga senza essergli altra cagione data, considerato dapoy havemo havuto lo dominio di quella cità non è stato in cosa alcuna ad nisuno facta iniusticia né torto ad alcuno se non raxone et iusticia ad ogn'omo, como è notorio. Et ultra che costoro habiano facto fuga, siamo chiaramente informati che, dove costoro sono andati, et de sparlare et de operare e praticare male non gli hanno perduto tempo né perdono, per la qual cosa non avendo costoro [ 98r] havuta alcuna legitima casone, comprendiamo manifestamente che l'hanno facto per iniquo et perfido animo, qualle hanno et bene lo demostrano per lo portamento che fanno verso nuy et lo stato nostro, unde, quanto ad nuy, pareria se dese bando ad costoro de rebelione et li loro beni, pagati quelli che debitamente dovesero havere da loro sopradicti beni, se applicassero alla Camera nostra, perché, faciando per questa via raxone et iusticia ad costoro, loro sarano puniti del fallo et alli altri cadarà in exemplo de non presumire far tal fallo. Siché, examinato havereti questo nostro parere, s'el ve parerà iusto ce ne vogliati avissare et se fossero de altro iudicio pur ce ne advisati, perché mandaremo ad execucione quello parerà più iusto et conveniente, advissando anchora et giungendo in la lista quilli più fossero fugiti di qualli non sapiamo lo nome. Et de questo vogliatene responderne presto. Data Laude, die xviiii augusti 1450.
Cichus.
Dominus Paganus de Platis,
Petrinus Pilizarius de Roxate,
Bartholomeus et Giavacius de Regiis,
Augustinus de Cixate,
Iohannes de Placencia,
Bartolà de Bernadigio,
Inocencius Cota,
Petrus de Samoyrago,
Gabriel de Tabernis,
Petrus de Foglianis, faber,
Fachinus de Calvenzano,
Iohannes de Regnis.