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1480. Francesco Sforza a Giacomo Calvi, Astorgio Agnesi, Nicolò Amidani, Ludovico Scarampo Mezzarota e Vincenzo Amidani 1451 gennaio 22 Lodi

Francesco Sforza chiede a Giacomo Calvi di supplicare Niccolò V perché faccia restituire a Fiasco da Calabria la roba sottratta a Viterbo senza motivo.

[ 365v] Domino Soldano.
Havemo scripto altre volte ala corte et instato caldissimamente, cossì presso la santità de nostro Signore come deli reverendissimi cardinali, la restitucione dela robba del strenuo Fiascho da Calabria, nostro compagno, quale gli fu tolta ad Viterbo senza veruna ragione, non gli intervenendo veruno manchamento dal canto del dicto Fiascho, siché in verità cossì se poteria torre su del'altare o robbare ala strata. Pur non è may facta la restitucione, la quale tanto havimo a core quanta veruna altra cosa. Et perché ce rendiamo certissimi che in le cose licite et honeste sempre ad nostra suasione et complacentia ve moveresti cum fide et sollicitudine, ve preghiamo et, si liceat, carichamo quanto più possimo che vogliati operare, sollecitare, instare et supplicare ala santità de nostro Signore che se degni la restitutione, cossì per lo debito dela ragione, cossì per pietà et misericordia in loco de elimosina et cossì per nostra singularissima complacentia, recordando, se lui parirà, ala sua clementia che quella robba fu pur conversa in utilità et servitii de sancta ecclesia et anche papa Eugenio promise farglila restituire. Demum non potresti al presente fare cosa alcuna quale più ne piacesse como obtenire la restitutione d'essa robba, como più ampliamente serite informato da Vicenzo, nostro cancellero (1). Laude, die xxii ianuarii 1451.
Cichus.
In simili forma scriptum fuit infrascriptis, mutatis mutandis:
reverendissimo cardinali Beniventano (2),
reverendo domino Nicolao Amidano, vicecamerario,
reverendissimo domino cardinali patriarce, camerario (3),
domino Iacobo Calvo, soldano, et
Vincentio, cancellario.


(1) Si tratta di Vincenzo Amidani.
(2) Si tratta del cardinale Astorgio Agnesi (cfr. GAMS, Series episcoporum, p. 672).
(3) Si tratta del patriarca Ludovico Scarampo Mezzarota (cfr. GAMS, Series episcoporum, p. 774).