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153. Francesco Sforza a Vincenzo Amidani 1450 agosto 21 Lodi

Francesco Sforza scrive a Vincenzo Amidani di recarsi da Niccolò V per notificargli che le granaglie della comunità di Cotignola non devono, per privilegi accordati, essere tassate dagli officiali dello Stato della Chiesa.

Vicencio Amidano, ducali cancellario.
Dilecte noster, li nostri comune et homini da Cotignole de presente ce hanno scripto gravandose che per li officiali de Sancta Chiesa fino rechesti pagare la fumentaria et monstrano volerli gravare et dare spexa se fra termino de questo meso et l'altro non haverano pagato, che saria contra el dovere et l'usato, perché da poy che la felice memoria del'illustre nostro padre comprò quelo locho, del quale havimo li privilegii opportuni, che lo fecimo murare, may non pagarono fumentaria, benché nuy siamo certissimi che la sanctità de nostro Signore non se sapia nulla, anci crediamo piutosto che tale rechesta sia facta sotto una generalità che faciano li officiali de Sancta Chiesia ale altre terre. [ 100v] Pertanto volimo tu te trovi cum la sanctità de nostro Signore et gli supplichi per nostra parte che proveda che a tal cosa non devuta non siano gravati li homini nostri et talmente insta che per opportune littere sia revocata tal novità, conferendone etiam cum monsignore Beneventano (1), al qual etiam scrivemo de ciò. Et de quanto haveray facto ce avissarà et simelmente avissaray li homini nostri de Cotignola de quanto succederà et gli mandaray le littere se haberano sopra ciò. Laude, die xxi augusti 1450.
Cichus.


(1) Si tratta del cardinale Astorgio Agnesi (cfr. GAMS, Series episcoporum, p. 672).