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1602. Francesco Sforza al Consiglio secreto 1451 febbraio 17 Lodi

Francesco Sforza informa il Consiglio secreto del discorde parere che corre in Alessandria per le lettere da lui concesse per gli eredi di Teodoro Boso: chi le dice (espresssione di Martino Canefro) troppo favorevoli; chi è di parere opposto (giudizio di Giovanni Tarazo). Intervenga il Consiglio secreto e, «intellectis iuribus partium», giudichi e provveda secondo ragione.

Consilio Secreto.
È stato da nuy Martino Canefro, nostro citadino de Alexandria, per parte et procuratorio nomine de alcuni nostri citadini de Alexandria, ad gravarse del tenore dele nostre littere concesse ad peticione deli heredi delo egregio quondam Theodro Boso in persona de Iohanne Tarazo et Iohannepetro Cerruto, dicendo esso Martino, nomine quo supra, che dicte nostre littere contenano tropo favore allegando etiam uno capitulo per nuy concesso ala nostra comunità de Alexandria, como dal prefato Martino sereti più pienamente informati; l'altra parte, cioè Iohanne Tarazo similiter è stato da nuy et in contrario dice quanto etiandio intendereti da luy [ 410r] et perché nuy siamo occupati in altro et non potemo attendere ala decussione de questa, volimo et ve commettemo che intellectis iuribus partium et servata la forma del predicto capitulo, provediati che sia facto ragione ale parte, ita che veruna d'esse non habia iusta casone de querella, avisandove che concedessemo dicte littere perché fecessivo qualche honesto favore ali dicti heredi, ma non che per quelle fuse facta iniustitia a veruno; et havendole concesse etiam cum participatione deli Maystri del'intrate nostre così ordinarie como extraordinarie, credimo siano passate cum bona iustificatione. Non dimeno, parendo a vui altramente, avisatice acioché gli possiamo provedere. Laude ut supra, xvii februarii 1451.
Cichus.