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1641. Francesco Sforza alla comunità e agli uomini della casa Asolana e ai comuni della Valle Cutrona e di Villa sine data [1451 marzo] sine loco

Francesco Sforza rimprovera la comunità e gli uomini della casa Asolana e soprattutto i comuni della Valle Cutrona per aver riaperta una contesa (in passato risolta dai reciproci podestà) rinnovando ora furti e sequestri di persone. Intima loro di sdebitarsi dei comuni torti e di rimetttersi in pace.

Comunitati et hominibus nostris domus Asolane et in specie comunibus vallis Cutrone et Ville.
Dilecti nostri, havendo altre volte inteso che per la differencia vertise tra vui et gl'homini de parte Ferzera, supponiti al spectabile conte Filippo Bonromeo, havevati compromesso in misser Antonio Rangono, nostro podestà lì, et in Nicolò Crivello, podestà de Vogogna, li qualli havessero tal differencia a cognoscere et a provedere in forma che remanesti boni vicini noi, desiderosi de vedere per vostro bene quello paese pacifico, per nostre littere confirmassemo quel tal compromisso carichando li arbitri che metessero ogni loro studio a levare dicta differencia, como sapemo de tucto seti pienamente informati, e così credemo dal canto loro ne sia facta ogni dilligencia. Ma vui, segondo siamo avisati, ogni dì più seti retrogredi in non volere exequire quelle cose seriano state necessarie per terminare dicta differencia, immo seti continuati in inconvenienti, quando in robare et quando in prendere deli loro homini; et pur novamemte sentimo gli seti corsi a casa et deportatovi asai dishonestamente, del che grandemente se maravigliamo et per niente ve vogliamo comportare che vivati in questa forma et debiati da vui a vuy volerne fare defacto et metre le cose nostre in scandali. Pertanto ve dicemo che debiati contenervi da questi disordini, li qualli non convenano a fideli né a obedienti subditi, come sempre ve habiamo reputati; altramente, se più ne sentiremo novella, gli provederemo in modo che ne remaneriti pessimamente contenti et perché nostra intencione è che le robbarie factovi per lo passato per ogni modo se intendeno et se ne faci debita restitucione, dati alo dicto misser Antonio Rangono per la parte vostra, infra dì octo post recepcionem presentium, larga possanza in questa materia che gl'homini del conte Filippo farano el simile acioché lui et lo compagno possano chiarire queste vostre differencie; aliter gli la daremo nuy amplissima et in forma che ve (a).


(a) Così in A.