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1660. Francesco Sforza al luogotenente di Alessandria e a Filippo Spinola 1451 aprile 23 Milano

Francesco Sforza interviene presso il luogotenente di Alessandria perché vuole che si ponga fine ai furti, agli omicidi, ecc. Ha saputo che tra i «robatori» è stato individuato un tal Antonio, famiglio di Manuele Prato da Castellazzo Bormida, con alcuni altri. Vuole che dai conduttori del sale si sappia com'è andata la faccenda e li si punisca esemplarmente: «et per dio fate un pocho virilmente».

[ 449v] Locumtenenti Alexandrie.
Siamo informati da più canti como non solum li merchadanti, ma etiam le altre persone etiam quelli che conducono il sale sono robati et facti presone et morti; del che molto se dogliamo et molto ne recresse perché niuna cosa non ne pò esser tanto despiacevele né tanto recrescevole quanto che sul territorio nostro siano commissi tali excessi. Pertanto vogliamo che, se haviti chara la gratia nostra et desiderati farne cosa grata, ve debiati informare subito chi sonno quisti che commettono cotali excessi et trovandoli, ponitili in modo cum la rasone che siano exempio ad altri de abstinerse da cotanti mali. Et perché siamo avisati che è stato robato certa pocha quantità de sale alli conducteri nostri et che in li robatori è stato cognosciuto uno famiglio de Manuello Prato dal Castellazo chiamato Antonio, quale ha el naso rebecchato, insiama cum alcuni altri quali altre volte feceno de simele robarie vogliamo subbito che da Iacomo Ferrufino et da Congnasca et dali altri quali conducano el dicto sale ve informati como è passata la cosa et, trovata la veritate, ne faciati tale rasone che intendiamo che non sia restato né resta da vui a farne debita punitione et tale che per timore de questi li altri se abstengano da malfare, avisandone como fariti. Et per Dio fati un pocho virilmente. Mediolani, xxiii aprilis 1451.
Iohannes.
Scriptum fuit in simili forma Filippo Spinule. Data ut supra.
Iohannes.