Registro n. 2 precedente | 1674 di 1791 | successivo

1674. Francesco Sforza a Marco Attendolo da Cotignola 1451 maggio 2 Milano

Francesco Sforza ribadisce a Marco Attendolo da Cotignola che chi, tra i famigli di Antonello o del Ferrarese o di Monticello, risulta l'omicida del borgonovese, deve essere impiccato. Non gli va che abbia liberato i famigli di Fortino e Zuccone prima del risarcimento delle bestie da loro uccise, mentre vanno, invece, messe in libertà le guardie che erano alla porta.

Eidem Marcho.
Inteso quanto ne scrivi della morte de quello buono homo da Burgonovo ve ne recresce et dole et la informatione ne dai sonno stati dui familgi de Antonello, dui del Ferrarese et dui de Monticello, quali alloggiano ad Fontana. Et perché simile cose ne despiacciono et recrescie insino all'anima et volemo se ne faccia demostratione, ragione et iustitia che chi amaza dè esse morto, scrivemo ad Sacramorro, al commissario et al podestà de Castello San Zohanne che te mettano in le mane quisti familli et quilli trovarai havere morto quello buono homo de Burgonovo volemo sia impiccati per la gola.
Della liberatione hai facto de quelli familgli de Fortino et Zucchone, poi havisti questa informatione de quelli da Fontana, dicemo non hai facto bene, che non li dovivi liberare finché non erano pagate le bestie hanno morte et satisfacto ad quilli homini, li quali farai pagare et satisfare; et che quilli homini d'arme dicano, faranno et diranno, monirali stianno ad segno, si non gli provederimo.
Per havere prese le guardie erano quello dì della questione erano alla porta et quilli altri quattro, dicemo che, poiché quilli soldati gli hanno dati cagione de così fare, che non gli dovivano amazare le loro bestie et tenere i modi hanno tenuti, tu i debbi subbito recevuta questa relassare et liberare tutti senza alcuna molestia et impazo. Mediolani, ii maii 1451.