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1684. Francesco Sforza al podestà di Novara 1451 maggio 6 Milano

Francesco Sforza vuole che il podestà di Novara sia vigilante sulla salute della città. Ha saputo della morte «de infectione» del figlio di Sillano. Rimprovera sia il podestà che il capitano di lasciare la città «senza guardie».

Potestati Novarie.
Respondendo alla tua littera dove ne scrivi del passare de ser Andrea, nostro canzellero, et cossì della partita de misser Iacomo Galanth da Vercelli, ti dicimo non accade dire altro et del tutto restamo pienamente avisati. Della morte del figliolo de misser Sillano ne dispiace et perché tu ne scrivi essere morti de infectione te dicemo che tu debbi mettere ogni tuo studio, diligentia et cura in fare ben conservare quella cità dala peste, non manchandoli d'ogni bona provisione, segondo te parerà expediente. Ceterum, dove tu ne ricordi che non sono facto le guardie a quella nostra cità te dicemo che molto se maravigliamo de ti et del capitaneo che lassiati una simile città come è quella, senza guardie, et ve ne accaderia grandissima imputacione. Pertanto te stringimo et commandiamo che faci fare bona et diligente guardia, siché non possa intervenire per negligentia, manchamento né sinistro alchuno. Mediolani, vi maii 1451.
Iohannes.