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1692. Francesco Sforza a Serafino Visconti e agli altri nobili Visconti di Oleggio Perusio 1451 maggio 7 Milano

Francesco Sforza impone a Serafino Visconti, vicario di Oleggio Peruzario, e agli altri nobili Visconti del luogo di costringere Martino (padre di Giovanni, detto Tantardito, fuggito con della roba da Giovanni Antonio da Figino, cancelliere di ser Astorre, signore di Faenza) a restituire o dare l'equivalente di quanto rubato dal figlio, che s'era portato in casa del padre prima di andarsene presso i veneziani.

Serafino Vicecomiti, vicario Olegii Peruzarii, et aliis nobilibus de Vicecomitibus eius loci.
Zohanne Antonio da Figino, nostro citadino et canzellero del magnifico ser Astore signore de Faenza, s'è condoluto con nuy che uno Zohanne dicto Tantardito, figliolo de uno Martino che sta in quello loco, se è fugito da luy et hali portato via certa robba qui annotata in questa introclusa, et havendo esso Iohanne Antonio mandato là el presente portatore similiter suo famiglio et trovato il dicto Iohanne redduto in casa del dicto Martino, suo padre, con la dicta robba, esso Martino promesse al dicto messo la fede sua de accompagnarlo luy stesso el figliolo al dicto Iohanne Antonio con la dicta robba. La quale cosa, segondo intendimo, non ha facto, anze el dicto figliolo è andato dal canto de Veneciani sì che essendo cossì nostra intencione è che ad alchuno sia fatto tale ingiurie et etiam non comportare simile getonarie, volimo et expresamente ve commandiamo vuy strenghati il dicto Martino ad consignare dicta robba al dicto Iohanne Antonio, overo la valuta d'essa, et essendo giusto et rasonevele pagharli le spese facte per questo ad mandare inanze et indreto, et spaceteli presto, che intendimo vada altro. Mediolani, vii maii 1451.
Cichus.