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1714. Francesco Sforza al podestà di Piacenza 1451 maggio 13 Milano

Francesco Sforza ordina al podestà di Piacenza di sequestrare ogni cosa di Gerolamo da Verona, compagno di Carlo Gonzaga, che sa in partenza. Vuole gli si chieda una garanzia di 600 ducati d'oro a promessa di non mettersi «directe aut indirecte» con i veneziani. Avuta tale garanzia, gli si restituisca quanto sequestratogli e lo si lasci andare.

[ 461v] Potestati Placentie.
Perché siamo advisati che messer Ieronimo da Verona, compagno del signor messer Carlo, quale alogia ad Sam Georgio, se deve partire et andare ad stare con altri per la licentia quale ne ha facto richiedere, vogliamo subito recevuta questa gli faciati sequestrare ogni cosa del suo in mano de persone fidate et da bene, et poy volemo mandiati per luy et daghandovi luy bona sufficiente et valida securtade de ducati seycento d'oro cum promissione che non se conzarà con nisuno signore, signoria, capitaneo, conductero che fosse sotto questa liga che ha facto adesso Veneciani, né con nissuna altra persona che sia loro adherente, o vero recommendato che illo tunc che se acconzasse con nissuno de dicta parte, le dicte securtade immediate siano tenute et obligate ad pagharne dicti seicento ducati d'oro, siamo contenti, dandovi luy dicte securtade, esso possa andare dove gli parerà et piacerà, et havute dicte securtade vogliamo gli faciati restituire tutta la robba et ogni altra sua cosa stia sequestrata per fin che havereti altro da noy in contrario, non molestando però li soy logiamenti per fin che starà lì et havute havereti dicte securtade vogliamo gli daghati la licentia soa, quale ve mandiamo qui inclusa. Et perché noy non sappemo dove luy vorria andare, ve mandiamo i dicta licentia signata et sigillata, adciò che quando se voria partire vuy gli faciati fare dicta licentia che gli sia valida fino dove el vorà andare, suso lo introcluso nostro bollectino. Mediolani, xiii maii 1451.
Cichus.