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178. Bartolomeo da Correggio, Gracino da Pescarolo e Agostino Barachi a Francesco Sforza 1450 agosto 21 Pavia

Francesco Sforza riceve le risultanze delle ricerche documentali di tre inviati.

Illustrissime ac excellentissime domine domine noster, humili recomendacione premissa, habiando recevuto le littere dela signoria vostra date ex Mediolano die xvii iulii proxime preteriti, per le quale la excellentia vostra manda che habiamo dilligentissima informacione dele possessione de Roveschala et de Scaldasole se le se aspectano pleno iure dela Camera et se sonno dela Camera et se la signoria vostra rasonevelemente le pò pigliare per la Camera advissando de tuto, et cetera, prout lacius in esse continetur, et advissata la continencia de quelle, respondemo prima alla parte de Rovescala che, appresso alle scripture dela Camera, non è confiscatione alcuna, sed habiamo inteso che lo figliolo de Zohanne Matto di Grasi haveva et dè havere alo presente la mogliere delo dicto Zohanne (1) le littere olim ducale de donatione facta alo dicto Zohanne alo dicto Zohanne delo castello et la possessione da Rovescala, ch'era de quilli conti, como confiscati per rebelione per uno procisso facto contra uno Zohanne Zorzo in uno litigio facto contra lo dicto Zohanne Mato, per lo quale se dice essere provato la cagione dela confiscacione. Non ne habiamo però la copia, sed sonno state producte davanti al'officiale dela Camera vostra et etiam poy reportati presto. Habiamo scripte doe littere alla dicta dona che mandi li originali, aciò se daga fine alle composione [ 107r] facte per lo figliolo. Non habiando resposta, credimo sia per la contagione ch'è in Piaxenza, là unde se dimora. Item, habiamo trovato che è in le littere dela donacione de Cicognola facte a ser Scaramuza Vesconte (2), le quale sonno appresso al dicto ser Scaramuza, se dice aperte che Zohanmartino et li fratelli di Roveschala hanno li suoi beni confiscati, et così fi degiarato: confiscati. Et questo è quanto alla parte de Rovescala. E si così è che appaia dela dicta sentencia et confiscacione et la signoria vostra vole che fiza observata, dicemo che la signoria vostra pò pigliare quella. Alo facto de Scaldasole respondimo, illustre signore, che abbiamo veduta la sentencia data contro misser Ardengo Folperto de chi era, la qual fo data al spectabile doctore misser Bonifacio Guarnerio, confiscatoria de tuti li beni delo dicto misser Ardengo, salvo iure descendencium ascendenciumque et predictorum ex causis ex sentencia narratis data die quarto februarii 1430, et altre sentencie cum molti capituli, così in favore dela Camera como de altre singolar persone e comunicate, perché in diversi iorni fo data quella sentencia. Item, per altre littere olim ducale se trova sub die decimo sexto ianuarii 1439 essere declarate per iudicio delo spectabile doctore misser Pacino da Perosa, Vicario generale, et cetera, lo castello cum le pertinencie de Scaldasole poter essere de valore de fiorini xxiiii milia et ultra et ali figlioli delo dicto misser Ardengo essere stati assignati tanti beni et possessione in la terra de Sanctonazaro che asendano alla summa de fiorini vii milia cento xlv et esse stati taxato per la legitimacione alli dicti figlioli fiorini xv milia D setantadui et solde dece imperialium. Unde se conclude loro fratelli restar creditori de fiorini viii milia cccc et declarato quelli fratelli per li dicti beni de Santo Nazario deveno essere exstimati per li beni che teneno in lo comitato de Pavia et che siano exempti per essi beni dalo pagamento del'incarrighi impositi et che si imponerano dala sentencia citra et in futurum quoad ipsi fratres habuerint et consequti fuerint tottam et integram legitimam. Et così li dicti fratelli alli suoi carrichi trovamo essere stati preservati exempti. Trovamo che alo tempo dela libertà di questa vostra inclita cità de Pavia li dicti fratelli intrarono lo castello et la possessione de Scaldasole et fi dicto trovano lì de molti beni et continue dala dicta apprehensione in qua hanno tenuto et golduto lo dicto castello et possessione cum molti fructi et presencialiter teneno. Unde dicemo, illustre signore, che se la signoria vostra vole la dicta sentencia havere loco et fi mandata ad execucione, salvo iure dicte legitime ascendencium et descendencium et salvis declaracionibus antedictis, che la signoria vostra pò li dicti beni pigliare per la dicta Camera. E questo scrivemo ala signoria vostra essere nostro apparere et che deli carrighi passati se dice che non se trovano li libri del comune, benché più volti li habiamo cercati per la dicta Camera. Alla qual signoria vostra supplicamo se degna nui havere per recomandati vostri fidelissimi, la quale Dio sempre conservi. Ex Papia, xxi augusti 1450.
Illustrissime et excellentissime dominationis vestre fedelissimi servitores Bartholomeus de Corrigia, miles,
Gracinus de Piscarolo, Referendarius generalis, et
Augustinus de Barrachis, sindicus Camere Papie (3), et cetera.
A tergo: illustri principi ac excellenti domino nostro singularissimo domino duci Mediolani, et cetera, Papie Anglerieque comiti ac Cremone domino, et cetera (a).


(a) La lettera è allegata alla missiva n. 177.

(1) Si tratta di Caterina Landi.
(2) Si tratta di Giorgio Aicardi Visconti, detto Scaramuccia.
(3) La carica non è segnalata da SANTORO, Gli uffici.