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195. Francesco Sforza al referendario di Pavia e a Gracino da Pescarolo 1450 agosto 26 Lodi

Francesco Sforza ordina che si faccia la descrizione dei beni degli omicidi, da consegnare a persona idonea e poi alla Camera ducale per i risarcimenti dovuti.

Referendario Papie (1) et Gracino de Piscarolo.
Ve cometiamo et volemo che, medianti comandamenti et per qualuncha altro modo ve parirà, providiati che da mò inanzi, accadendo ad cometere alcuno homicidio o ferita mortale in quella nostra cità et nel suo contato, et li officiali, a chi specta, faciano fare la descripcione di beni de quelli haverano comisso tal maleficio et consignacione d'essi preso idonea persona, in modo che, accadendo altro del'infamo, la Camera nostra resti secura. Providiati etiamdio che niuno deli dicti officiali sotto quello parirà a vuy olsa o presuma tore alcuni deli dicti beni senza licencia de quelli officiali a chi specta, la qual appaia in scripto, perché l'intencione nostra è che tuti li dicti beni siano consignati alla Camera et poy de essi ne sia facta satisfactione o compensacione a chi se deverà fare. Exequiti adoncha questa nostra mente senza exepcione alcuna. Laude, xxvi augusti 1450.
Cichus.


(1) Non identificato (la carica è segnalata da SANTORO, Gli uffici, p. 319, con inizio 1451 gennaio 1).