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197. Francesco Sforza a Gracino da Pescarolo e al referendario e ai presidenti di Pavia 1450 agosto 26 Lodi

Francesco Sforza ordina che si costringano i ragionieri del comune a consegnare i libri delle confische e delle condanne di persone pubbliche e private della città e del contado, in modo da poter conoscere i diritti della Camera ducale.

Referendario (1), Gracino de Piscarolo ac presidentibus Papie.
Deliberando nuy per utilità della Camera nostra far vedere li libri dele confiscacione et condemnacione de private et publice persone così dela cità como del contato de quella nostra cità, ve cometiamo et volimo che, havuti da vuy li rasonati del comune, li qualli hanno tenuti preso de si le chiave dela rasonaria del tempo passato così denanzi como dapoy la morte del illustrissimo quondam signore duca, li astrenziati realmente et personalmente et sotto ogni pena ve parirà ad consignarvi li dicti libri, perché così è la mente nostra, per potere vedere le rasone dela Camera. Laude, die xxvi augusti 1450.
Cichus.


(1) Non identificato (la carica è segnalata da SANTORO, Gli uffici, p. 319, con inizio 1451 gennaio 1).